(foto LaPresse)

primi lockdown

La stretta di De Luca: il governatore della Campania chiude le scuole

Luca Roberto

Il presidente della Regione sta per emanare un'ordinanza che sospende la didattica in presenza, anche nelle università. Azzolina: "Gravissimo". Vietate le feste e la ristorazione d'asporto dopo le ore 21

Vincenzo De Luca sta per emanare un'ordinanza con cui darà vita a una ulteriore stretta per limitare il contagio da coronavirus in Campania. Il presidente della regione ha deciso di chiudere per due settimane, dal 16 al 30 ottobre, le scuole primarie e secondarie: le lezioni si svolgeranno solamente a distanza. Sospese anche le lezioni e gli esami universitari. Un indirizzo ben più severo di quello seguito dal governo, con il ministro della Azzolina che proprio oggi aveva ribadito al Foglio come fosse da escludere un nuovo lockdown per gli studenti, dopo i 6 mesi di sospensione in primavera. E' il motivo per cui, in queste ore concitate, si assiste con un certo nervosismo alla decisione unilaterale intrapresa da De Luca, senz'altro non concordata con l'esecutivo. E infatti, poco fa la Azzolina è intervenuta a Zapping, dove ha definito la fuga in avanti del governatore "una decisione gravissima e profondamente sbagliata e anche inopportuna. Sembra ci sia un suo accanimento contro la scuola".

 

Il testo firmato dal governatore introdurrà anche il divieto di organizzare feste e cerimonie all'aperto a cui prendano parte persone che non compongono il nucleo familiare convivente. Sono sospese le attività di centri ludici e ricreativi. Mentre per quanto riguarda le attività di ristorazione, è fatto divieto di asporto dopo le 21, anche se continuerà a essere garantito il servizio di delivery. Agli Uffici competenti viene raccomandata una turnazione del personale che continua a svolgere attività in presenza. Una prima forma di lockdown per contrastare l'aumento dei contagi – solo oggi se ne sono contati altri 1227 – che fa piombare la regione, a livello di limitazioni, indietro di diverse settimane, quando la gestione delle terapie intensive e il progressivo allentarsi dei divieti facevano pensare che il problema fosse stato risolto. 

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