"Contro il sussidistan. Vi spiego cosa sarà la mia Base". Parla Bentivogli

Carmelo Caruso

Un'associazione centrale ma non di centro, che dice sì al Mes e si schiera contro i populisti (non solo quelli di destra). L’ex sindacalista di Fim-Cisl ci spiega il progetto appena lanciato "per superare la notte della politica"

Anche lei dirà “questo non è un partito ma solo un’associazione”? “Io parlerò chiaro perché sono abituato a dire la verità. “Base” non è e non sarà un partito, ma un network per superare la notte della politica”. Insomma, sarà un partito. “No, e non perché non mi piacciono partiti, anzi, sono vitali. Ma “Base” nasce per riscoprire parole semplici e tradurre la complessità. Vogliamo lasciare quelle banali ai populisti. Ce la possiamo fare”. E Marco Bentivogli, l’ex sindacalista di Fim-Cisl, lei cosa vuole essere, cosa farà di “Base? “Mi è stato chiesto di fare il coordinatore e lo farò anche se onestamente avrei preferito non avere ruoli. Insieme cercheremo di staccare quegli italiani che si sono seduti sulla panchina della rassegnazione”.

 

Si è scritto che “Base”, questa associazione appena lanciata, sia lo strumento che Bentivogli abbia scelto per alzare la posta delle sue ambizioni. “E anche voi del Foglio avete parlato di discesa in campo”. Non le piace? “Non mi piace. Mi piacerebbe invece che il sottotitolo di “Base” sia “Forza lavoro”. Credo che restituisca bene ciò che abbiamo in mente di fare”. Il presidente di “Base” è Luciano Floridi che insegna Filosofia ed Etica dell’informazione a Oxford, mentre nel comitato scientifico ci sono economisti come Carlo Cottarelli, Leonardo Becchetti, Sandro Trento, Carlo Stagnaro e poi sociologi (Mauro Magatti), il gesuita Francesco Occhetta. Si parla per questo di moderati e si fa già abuso di etichette, “ecco l’altro esperimento di centro” che è la solita chimera italiana, il luogo immaginario, la Shangri-La dei delusi. Nega ancora che vuole costruire un partito di centro? “No,  il centro come la destra e la sinistra senza valori e funzione storica nascondono solo guerre di potere di cordate. Spero che “Base” sia un associazione centrale, capace di integrare”. E adesso dirà che anche la destra e la sinistra sono idee superate. E’ così? “E invece siete in errore. Dico solo che non si può fare un dibattito da ztl”.

 

Nel presentare l’associazione si è parlato di “secchioni e competenti”. Sarete i nuovi Monti boys? “Anche tra i competenti ci sono finti competenti”. E chi sarebbero? “Quelli che hanno letto il bignami di Keynes, quelli che utilizzano il vangelo come una clava per spaccare il paese. Noi non saremo questo”. Dice dunque che “Base” cercherà di restituire speranza “a quel 47 per cento di italiani che non vota” e che non si può continuare con la strategia di negare il potere all’avversario senza idee. E Bentivogli vuole dire che non si può governare agitando il pericolo che “possa vincere la destra” come fa a volte la sinistra. Sta dicendo che è contro il governo Conte? “Sono tra quelli che hanno sempre ritenuto giusto averlo fatto nascere. Ma il pericolo della destra non può essere la sola ragione che lo mantiene in vita. Serve un paese sicuro, più leggero, serve un paese dove si dica la verità”. E qual è? “Quella che ripete Angela Merkel ai tedeschi. Che non andrà tutto bene e che è dura, che bisogna rimboccarsi le maniche”.

 

Bentivogli pensa che l’Italia non possa ridursi in un “sussidistan”. Lo vuole descrivere geograficamente? “Sussidistan è un paese che vive di sussidi, che mette in atto politiche di statalizzazione. Un paese che si condanna. La ricchezza si produce in azienda. Cdp non può essere il grimaldello della rinascita. Serve un nuovo ceto industriale che possa investire nel paese. Questa è l’unica nazione dove gli imprenditori brindano quando sentono parlare di statalizzazioni perché sanno che conquisteranno quote di mercato lasciate libere dalle aziende statalizzate”. E ce l’ha naturalmente con i populisti, ma non solo di destra ma con tutti quelli che “contaminano la politica”. In Campania ha vinto Vincenzo De Luca, nella Puglia di Bentivogli è stato riconfermato Michele Emiliano. Non le sembra che il populismo (di sinistra) stia benissimo? “Innanzitutto va fatta una differenza fra De Luca ed Emiliano. Le assunzioni durante la campagna elettorale sono un esempio di sussidistan, quello che chiamo il califfato peronista. E’ vero che ci sono esempi di populismo ma non bisogna generalizzare. Voglio guardare ai tanti sindaci, amministratori virtuosi e anche alcuni buoni politici. Ce ne sono”. Il Mes? “Va assolutamente preso. Non bisogna neppure chiederlo. Di cosa parliamo?”. Parliamo di sindacalisti. Non servirebbe una “Base” anche per loro? “Buon sindacato, altro se occorre. Non serve il sindacato del bla bla bla. Ci vuole un sindacato moderno e per fortuna c’è”. E’ chiaro che farà politica (lo diciamo noi). Rifiuta anche questo? “Non ho mai avuto una tessera ma se si parla di impegno civile mi sembra che non debba iniziare a farla ma che l’abbia sempre praticato”.

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