Il personaggio
Segui i guai e troverai Salvini
E' di gomma, immune a scandali e inchieste. E' un pasticcione di successo, ma fino a quando?
Dalla Rai ai commercialisti lombardi passando per la Russia, la cronaca tampina il Capitano ma lui si rifugia su Instagram. I vecchi della Lega lo mettono in guardia: scegli bene amici e collaboratori
“Senza l’organizzazione, i voti sono come una bibita gassata. Si trasformano nel propellente d’un fenomenale rutto nell’universo”. Alcuni anni fa nel cortile della Camera Umberto Bossi, che forse già aveva capito tutto, utilizzava il suo spirito greve ma efficace per spiegare – con metafora eolica – al più giovane cronista quel fenomeno nascente, ma ancora lontano dal trenta per cento del 2019, che si chiama Matteo Salvini. E già allora l’Umberto sembrava aver intuito ciò che sempre più, pochi anni dopo, cioè oggi, mormorano quasi tutti i leghisti mentre osservano gli inciampi e le contorsioni del loro segretario sgarzolino e twittante. Un dissipatore che non azzecca mai una nomina in Rai (dove tutti stanno passando con la Meloni), così come nelle partecipate, nei ministeri e nel sottopotere romano. E persino all’interno del suo partito. Le sbaglia quasi tutte. E più sbaglia più si inguaia, come rivelano gli scandalucci di questi giorni. Se infatti le storie di denaro che raccontano i giornali appaiono confuse, ecco che sotto, sopra e in mezzo alla Lega emerge tuttavia chiaro il quadro di un mondo di pasticcioni, commercialisti marrazzoni, intermediari strampalati e delegati millantatori. Tutte mezze figure, alcune tragicomiche, che si muovono all’ombra del grande capo che ormai sembra non accorgersi di nulla perché il tempo probabilmente lo passa su Instagram e dunque vive in una bolla comunicativa in cui realtà e propaganda s’intrecciano a tal punto da confondere per primo lui stesso.
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- Salvatore Merlo
Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi erasmiana a Nottingham. Un tirocinio in epoca universitaria al Corriere del Mezzogiorno (redazione di Bari), ho collaborato con Radiotre, Panorama e Raiuno. Lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.