Matteo Salvini (foto LaPresse)

Che fatica essere leghisti in Sicilia

Riccardo Lo Verso

Mentre Salvini è in tour sull'isola il gruppo regionale perde pezzi: via Giovanni Bulla, Marianna Caronia chiede un chiarimento sulle poesie giovanili (con frasi sulle Ss) del neo assessore del Carroccio, Alberto Samonà

Che non fosse un'avventura facile Matteo Salvini lo sapeva bene. Anzi, benissimo. Mica bastava togliere la parola Nord dal simbolo della Lega per mettere le cose a posto. E non si parla di consenso (alle ultime elezioni Europee nel maggio 2019 Salvini è stato il candidato più votato nell'isola), ma di scossoni interni alla truppa leghista di Sicilia. Che, a onore del vero, annovera dei leghisti per caso. Era difficile d'altra parte trova re dei militanti della prima ora. Allora si è pescato qua e là.

 

L'ultima polemica, proprio nelle ore del mini tour del Capitano in Sicilia, riguarda il neo assessore regionale ai Beni culturali, Alberto Samonà. Il presidente della Regione Nello Musumeci, per evitare i mal di pancia al grido “che c'entra un leghista con l'identità siciliana (la dicitura completa è assessorato ai Beni culturali e all'identità siciliana”) ha scelto per l'ingresso della Lega in giunta un giornalista, siciliano e con una tradizione culturale di destra ben definita (nonostante avesse cercato di candidarsi con il Movimento 5 Stelle che lo aveva escluso non appena aveva saputo della sua vicinanza con Musumeci).

 

Troppo di destra Samonà, secondo i critici, specie dopo che il Fatto Quotidiano ha ricordato che nelle sue poesie giovanili del 2011 il giornalista parlava delle Ss naziste come “guerrieri della luce generati da padre antico e dalla madre terra”. Balle, ha replicato il neo assessore. Uno scoop senza scoop perché altro non era che “una carrellata di poesie con riferimenti storici legati a tematiche esoteriche o metafisiche. Il nazismo è stato un orrore della storia e va condannato senza appello”.

 

Parole che non sono bastate a Marianna Caronia, anche lei deputata della truppa leghista al Parlamento siciliano, dove è approdata lasciando Forza Italia e dopo essere stata nei popolari dell'ex ministro Saverio Romano. “Mi aspetto che la Lega chiarisca, ai suoi massimi livelli, se l'autore di tali abominevoli espressioni e apprezzamenti possa rimanere al suo posto o se piuttosto non vada velocemente e caldamente invitato a dimettersi”, ha tuonato Caronia. Non resta che aspettare le prossime mosse visto che il massimo rappresentante del partito, Salvini, se n'è andato in giro nel mini tour siciliano con al fianco Samonà e ha tagliato corto che più corto non si può: “Io mi occupo di lavoro e lotta alla mafia, non di poesia. Il Samonà di 20-30 anni fa non è lo stesso di oggi. Stiamo al Samonà di oggi e ribadisco che il nazismo è stato un orrore”.

 

Il gruppo leghista all'Assemblea regionale siciliana potrebbe quindi perdere un altro pezzo, dopo l'addio di Giovanni Bulla, la cui esperienza salviniana è durata una manciata di mesi. Si sentiva un pesce fuori d'acqua, Bulla, e infatti dichiarò di tornare “nella casa naturale di chi, come me, per cultura e storia appartiene all'esperienza politica democratico cristiana”.

Una crisi di identità che dimostra quanto sia difficile per un siciliano essere leghista, nonostante l'emancipazione della politica dagli stereotipi del passato. Insomma, chi nasce tondo non può diventare quadrato, figuriamoci leghista.

 

Salvini, che oggi non si è fatto mancare un passaggio per onorare la memoria di Giovanni Falcone, un attacco ad Alitalia che sbaracca dall'aeroporto di Trapani e pratica prezzi alti e un via libera al ponte sullo Stretto di Messina, ha anche lanciato messaggi distensivi a Musumeci complimentandosi per la gestione dell'emergenza coronavirus. Chissà se basterà, oltre alla nomina di un assessore leghista, per convincere Salvini ad appoggiare Musumeci alle prossime elezioni regionali, visto che il Capitano gradirebbe la candidatura del sindaco di Catania, Salvo Pogliese, o di quello di Messina, Cateno De Luca.

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