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Il cambiamento fa acqua da tutte le parti

Redazione

Più opere, meno sussidi. I danni del maltempo sono un monito per i grilloleghisti

Mentre a Roma si approvano i condoni edilizi per Ischia, in Veneto e in Liguria per il maltempo vengono giù strade e colline, case e tralicci. E pure in Friuli-Venezia Giulia, e pure in Trentino-Alto Adige, con tutto l’annesso di devastazione e di morte. Nella sola provincia di Belluno, 113.000 abitazioni nei giorni scorsi sono rimaste senza luce. L’acqua entrava in casa, e siccome non c’era corrente elettrica non si potevano neppure utilizzare le pompe per fronteggiare l’allagamento. In Friuli, danni per oltre 500 milioni di euro. Per tacere di quelli in Val di Sole, a Dimaro, dell’esondazione del Bisagno a Genova. Per tacere dei morti. “Sospensione degli obblighi fiscali così come delle azioni di riscossione”, annuncia il viceministro dell’Economia, Laura Castelli. E ci mancherebbe. Ma nel frattempo il governo destina 9 miliardi al reddito di cittadinanza, altri 6 li usa per foraggiare i pensionamenti anticipati. Salvo poi strepitare, quando crollano i ponti e franano le montagne, contro l’Europa dei burocrati che non ci permette di sforare il 3 percento. E dire che basterebbe utilizzare quei soldi per risistemare le strade, per aiutare i comuni di tutt’Italia a prendersi cura del territorio, per rendere più efficienti le linee elettriche, per ristrutturare le infrastrutture in generale.

 

E altre, di infrastrutture, andrebbero fatte: non per favorire il malaffare e la corruzione, non per avvelenare l’ambiente, ma semplicemente per costruire un paese più sicuro, e magari per creare, perché no?, qualche migliaia di posti di lavoro. “Per ogni pensionato verranno assunti tre giovani”, promettono Di Maio e Salvini. Ma sanno entrambi che, se pure il rapporto fosse inverso, sarebbe già un successo. Ieri il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, ha osato auspicare che parte del reddito di cittadinanza venga utilizzato per favorire nuove assunzioni. Ne è scaturito un parapiglia che alla fine ha richiesto, addirittura, un vertice d’emergenza a Palazzo Chigi tra il sottosegretario leghista e il premier Conte. Mentre a Roma, con la manovra del popolo, si scrive la storia, al resto d’Italia non resta che sperare che il prossimo temporale non sia troppo violento.

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