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Emergenze che non lo erano

Redazione

Spariti quelli su immigrazione e corruzione, resta l’allarme informazione

L’allarme immigrazione? Sparito. L’allarme corruzione? Svanito. L’allarme politici farabutti? Evaporato. Non è più un paese per emergenze. Semplicemente, sui giornali non se ne parla più. Non un’inchiesta, non un approfondimento, non il rullo compressore delle notizie sul numero di migranti sbarcati sulle nostre coste, sui politici ladri e corrotti che distruggono la vita pubblica dell’Italia. Eppure, Di Maio e Salvini hanno vinto le elezioni descrivendo l’Italia come un paese allo sfascio. Quindi viene da chiedersi: ma quelle emergenze erano vere oppure erano farlocche? E se farlocche la vera emergenza è forse nell’informazione italiana, che non sa più distinguere l’allarmismo reale da quello finto? Che non sa dunque distinguere che cos’è una vera notizia da una falsa? Prendiamo per esempio la questione politica. C’è chi ha pensato di affrontare la crisi di legittimità delle istituzioni con un tutti a casa. Lo notava Sergio Fabbrini domenica sul Sole 24 Ore. Una parte dei partiti ha pensato per esempio che occorresse “liberarsi della Casta dei politici”. L’altra parte ha invece pensato che “occorresse riformare le istituzioni che generavano quella Casta”. I primi hanno vinto, i secondi perso. “La strategia dell’anti Casta è stata formidabilmente promossa da giornalisti e opinionisti (dei principali quotidiani nazionali e delle reti televisive) che si sono percepiti come dei moderni ‘muckrakers’”, cioè coloro che puliscono la stalla dal letame. Il problema è che oggi il “letame è stato spazzato via dalla stalla, ma la democrazia italiana è più che mai bloccata”. Le “emergenze” sono insomma servite a spazzare i protagonisti di una stagione ma non il letame.

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