L'appello di Gentiloni: "Non giocate a Rischiatutto con chi non sa governare"

Il premier, ospite di Che tempo che fa: "Orgoglioso di aver contribuito al rasserenamento del clima politico. Spero che la campagna sia seria, non un festival di paura"

Redazione

Spero che l'Italia non giochi a “Rischiatutto con forze che non sono in grado di assicurare la governabilità”. Ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa, il premier Paolo Gentiloni ha parlato del voto del prossimo 4 marzo. E della possibilità concreta, che dalle urne non esca una maggioranza in grado di garantire un governo al Paese. Ci sarà quindi un esecutivo di larghe intese Pd-Berlusconi? “Bisogna dire agli elettori che hanno una scelta nelle loro mani - ha spiegato il premier -. Se diciamo che sceglierà qualcuno per loro, non è un buon servizio. Mi auguro che l'Italia non se la giochi al Rischiatutto. Ci sono tre opzioni sul tavolo: noi, il centrodestra e il partito di Grillo, ed è molto rilevante quello che decideranno. Io confido che possa essere il centrosinistra di governo a vincere questa sfida, rischio di essere spocchioso ma nessuno ha una squadra di governo come la nostra”. Quanto al suo futuro, assicura Gentiloni, “l’impegno che ho preso finisce con le elezioni. Chi farà poi il presidente del Consiglio, lo deciderà il presidente della Repubblica”.

 

Insomma, anche se in molti pensano che non ci sarà una maggioranza e sarà ancora Gentiloni a gestire la fase di inevitabile transizione che dovrebbe aprirsi dopo il 4 marzo, il diretto interessato preferisce rivolgersi ai cittadini: “Il 4 marzo ci sono elezioni importantissime e i cittadini possono dare un contributo essenziale. Il risultato delle elezioni determinerà chi governerà questo paese, non l'inerzia o le alchimie secondo le quali tutto è già deciso e poi resta tutto così”. “Sono orgoglioso - ha aggiunto - di aver contribuito a un certo rasserenamento del clima politico. Credo che un paese che litiga troppo e che fra le sue forze politiche non condivida nemmeno alcuni valori fondamentali sia un paese a rischio. A Roma mi chiamano er moviola, non mi dispiace. E spero che la campagna non sia un festival di paura ma una campagna seria. Se accade credo che il centrosinistra abbia ottime chance di vincere".

 

Ma Gentiloni ha parlato anche della proposta del Pd di abolire il canone Rai (che in questi ultimi giorni ha generato uno scontro tra il partito e il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda). “Io credo - ha detto - che se riusciamo a far pagare meno, come in Inghilterra, alcune fasce sociali sia una cosa giusta". E sullo Ius soli, la legge sulla quale i Democratici si sono spesi ma che non ha mai visto la luce, ha spiegato: “Io faccio il parlamentare da oltre 15 anni e da allora si discuteva di due questioni: unioni civili e biotestamento. Il fatto che siamo riusciti a fare queste due leggi è una medaglia per i nostri governi. Non siamo riusciti a fare lo ius soli per una banalità: non avevamo numeri in Senato”. Mentre sul tema immigrazione “abbiamo dimostrato - ha detto - che si può passare da un modello criminale ad uno legale. Che facciamo? Costruiamo un muro di 8mila chilometri intorno all'Italia? A parte che non si può fare, sarebbe anche sbagliato. Occorre trasformare un business criminale in uno gestito bene perché l'immigrazione fa bene alla nostra economia”. Economia che, per il primo ministro, va accompagnata nella crescita: “I protagonisti della crescita sono le imprese, i lavoratori, le famiglie. Stiamo facendo un lavoro sui giovani e soprattutto su quelli del Mezzogiorno. Ora investire nel Mezzogiorno d'Italia è conveniente, non lo è mai stato così tanto”.

Di più su questi argomenti: