Silvio Berlusconi (foto LaPresse)

Il Cav. sogna l'Europa nel simbolo di Forza Italia

Claudio Cerasa

Il discorso di Macron e il surreale dibattito sul referendum in Spagna accendono il Berlusconi europeista. Come nasce la pazza e credibile idea di sfidare i populismi a colpi d’Europa (e con una nuova bandiera)

E se alla fine la bandiera con le stelle d’Europa la facesse clamorosamente il Cav.? Nelle ultime ore, la distanza siderale tra l’eccezionale discorso pronunciato da Emmanuel Macron alla Sorbonne di Parigi (Europa, en marche!) e il surreale dibattito sulla legittimità o meno di un referendum illegale in Spagna (Catalogna, en arrière!) ha contribuito a movimentare ancora di più, anche in Italia, il dibattito tra chi considera la cornice sovranazionale dell’Europa come un sogno da realizzare e chi considera invece le stelle dell’Unione europea come un incubo da cui fuggire.

 

Nel nostro paese, all’interno di questo dibattito, esistono molte sensibilità e molti equilibri differenti e anche tra i partiti più convintamente alternativi al fronte del populismo anti europeista esistono punti ancora da chiarire. 


In modo provocatorio, ma fino a un certo punto, la scorsa settimana il Foglio ha invitato tutti i partiti a vocazione europea, unica vocazione che oggi può prendere il posto della rottamata vocazione maggioritaria, a compiere una scelta coraggiosa e a inserire le dodici stelle dell’Europa nei simboli dei propri partiti.

 

Nel Pd in molti hanno aderito alla proposta del Foglio (l’elenco lo trovate qui) e anche il segretario del Pd non sembra essere contrario all’idea (anche se sul tema non si è ancora espresso).

 

Dall’altra parte, invece, a molti il silenzio messo in campo da Forza Italia su questi temi è sembrato l’indizio di un imbarazzo profondo legato al rapporto complicato che il partito guidato da Silvio Berlusconi ha con il partito guidato da Matteo Salvini. La questione è fin troppo ovvia: come può permettersi di essere europeista senza contraddizioni un partito (Forza Italia) che è pronto ad allearsi con un altro partito che dall’Europa (e in particolare dall’euro) non vede l’ora di scappare? Nonostante la contraddizione, il discorso messo in campo da Macron, pubblicato dal Foglio sabato scorso, ha spinto Berlusconi a prendere una decisione coerente con il percorso di progressiva riappacificazione tra Forza Italia e il Ppe. Una decisione che se fosse confermata sarebbe importante, persino clamorosa: mettere le dodici stelle dell’Europa nella bandiera con cui il centrodestra, e in particolare Forza Italia, si presenterà alle prossime elezioni.

  

 

L’idea – che il Cav. ha accennato ad alcuni amici nel corso degli ultimi giorni e che sarebbe coerente anche con il discorso ultra europeista pronunciato il 17 settembre a Fiuggi durante un convegno organizzato da Antonio Tajani – avrebbe l’effetto non solo di mettere a nudo su questo terreno le contraddizioni della Lega, ma anche di sfidare il Pd su un fronte sul quale si giocherà un pezzo della prossima campagna elettorale. Secondo alcuni, il passaggio del discorso di Macron che ha più colpito Berlusconi è quello in cui il presidente francese ricorda un concetto che all’ex premier sta a cuore: “Questa Europa, che ha permesso di voltare le spalle alla guerra, deve ritrovare la sua ambizione originaria. Oggi non abbiamo più idea di cosa siano le città distrutte, i fili spinati. Non immaginiamo più nelle nostre strade gli uomini e le donne che la guerra aveva lasciato in un lutto inconsolabile perché il fanatismo e il nazionalismo avevano preso il sopravvento sulla coscienza dei popoli. Ma purtroppo vediamo di nuovo ciò che potrebbe distruggere questa pace che ci ha cullato in questi anni. E allora, lo dico a voi, la nostra ambizione è il sussulto delle coscienze che dobbiamo proteggere nel momento in cui questo oscurantismo si risveglia in Europa e un po’ ovunque”.

 

La scorsa settimana, durante una visita in Italia, il presidente del Partito popolare europeo, Joseph Daul, ha detto che “solo Berlusconi può schierare alle elezioni in Italia un Ppe che può ambire a essere un argine anti populisti”. Chissà allora che per il Cav. la prima vera mossa per sfidare i sovranisti non passi proprio da un sogno che potrebbe diventare realtà: trasformare le dodici stelle dell’Europa in una bandiera da sventolare con orgoglio alle prossime elezioni.

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  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.