Romano Prodi, Massimo D'Alema e Francesco Rutelli (Foto LaPresse)

Il silenzio degli incoscienti

Redazione

La banda del governo Prodi non dovrebbe fischiettare sul caso Mastella

Nell’intervista molto autorevole rilasciata ieri a Repubblica da Romano Prodi, l’ex presidente del Consiglio ha detto a Paolo Rodari di non avere assolutamente nulla da dire su un caso di cronaca che pure qualcosa avrebbe dovuto suggerire al Professore. Ricapitoliamo: l’ex ministro della Giustizia del governo Prodi, Clemente Mastella, è stato costretto alle dimissioni dopo aver ricevuto un avviso di garanzia nell’ambito di un’indagine basata sul nulla e di cui è stato assolto nove anni dopo. Domanda di Paolo Rodari: “Cosa pensa delle notizie riguardanti l’ex ministro della Giustizia”. Risposta di Prodi: “Posso non rispondere nulla? Anche perché – dice ridendo – sarebbe una bomba”.

 

Quello che Prodi camuffa da silenzio gentile ci sembra però, con tutto il rispetto, un silenzio da incoscienti, di chi fatica cioè a capire che non denunciare le conseguenze del circo mediatico significa esserne tutto sommato complice. Vale per Prodi ma vale per gli innumerevoli ministri e sottosegretari che di quel governo fecero parte e che ancora oggi non hanno trovato il coraggio di dire nulla. Nessuno. Eppure, in quel governo, i ministri e i sottosegretari non mancavano (in tutto 103 membri). Ricordate? D’Alema. Rutelli. Letta. Levi. D’Andrea. Naccarato. Nicolais. Magnolfi. Scanu. Lanzillotta. Colonnella. Santagata. Pollastrini. Linguiti. Melandri. Lolli. De Paoli. Bindi. Acciarini. Bonino. Intini. Sentinelli. Amato. Minniti. Lucidi. Rosato. Pajno. Manconi. Parisi. Cento. Bersani. D’Antoni. Gentiloni. Di Pietro. Damiano. Ferrero. Fioroni. Mussi. Turco, etc. Possiamo capire Gentiloni. Possiamo capire Minniti. Possiamo capire chi fa parte di questo governo che per ragioni di opportunità preferisce non commentare. Non possiamo capire però chi avrebbe la possibilità di dire parole di verità sulla vergogna del circo mediatico-giudiziario e sceglie di rimanere in silenzio, aspettando la prossima gogna. Cos’è questo se non il silenzio degli incoscienti?

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