Veronica Lario e Silvio Berlusconi (foto LaPresse)

Niente sconti per Berlusconi: dovrà versare due milioni di euro all'ex moglie

Redazione

La Cassazione ha respinto il ricorso dell'ex premier: si tratta di una separazione e non di un divorzio, quindi l'assegno di mantenimento resta invariato

Nessuno sconto. Silvio Berlusconi dovrà versare due milioni di euro al mese a favore dell'ex moglie Veronica Lario così come previsto dall'accordo di separazione. L'ex presidente del Consiglio aveva presentato ricorso dopo la sentenza della Corte d'Appello che aveva confermato, e ridotto di un milione rispetto ai precedenti tre, l'assegno di mantenimento. Ma la prima sezione civile della Cassazione ha detto no. 

 

La decisione della Suprema Corte è arrivata dopo l'udienza pubblica svolta nello scorso novembre durante la quale la Procura generale aveva sollecitato una revisione, al ribasso, dell'assegno. Nella sentenza, depositata oggi, i giudici rilevano che con la separazione "il rapporto coniugale non viene meno, determinandosi soltanto una sospensione dei doveri di natura personale, quali la convivenza, la fedeltà e la collaborazione", e dunque, "non vengono meno" gli aspetti "di natura patrimoniale": l'obbligo di "assistenza materiale trova di regola attuazione nel riconoscimento di un assegno di mantenimento in favore del coniuge che versa in una posizione economica deteriore e non è in grado, con i propri redditi, di mantenere un tenore di vita analogo a quello offerto dalle potenzialità economiche dei coniugi".

 

La Cassazione ricorda dunque che i giudici d'Appello, nella loro valutazione, hanno tenuto conto che "dalle dichiarazioni dei redditi presentate negli anni dal 2006 al 2010" emergeva il "reddito medio annuo" pari a "53 milioni di euro" di Silvio Berlusconi e che le classifiche Forbes lo ponevano "fra gli uomini più ricchi al mondo". Nella sentenza di oggi, i giudici della Suprema Corte ricordano anche la recentissima pronuncia sul divorzio dell'ex ministro Vittorio Grilli, quella in cui si è stabilito che il parametro di riferimento per l'assegno divorzile non è più il "tenore di vita" ma l'"indipendenza e l'autosufficienza economica" dell'ex coniuge: in quel caso però si parlava di assegno divorzile e non di separazione.