Daniele Lorenzini (foto LaPresse)

L'ira del sindaco di Rignano: "Consip? Scissioni? Mi sono rotto"

David Allegranti

Lorenzini al Foglio: "Voglio parlare di circonvallazioni e disabili, non di queste cianfrusaglie". Fra pochi mesi si vota alle amministrative

Roma. “Guardi, lo scriva così: mi sono rotto i coglioni di questo partito. Ho rischiato, candidandomi di nuovo con il Pd, e adesso devo pagare io per le cianfrusaglie di vicende come quelle della Consip? Non ci sto”. Il sindaco di Rignano sull’Arno, Daniele Lorenzini, medico di famiglia di Renzilandia, renziano, è sufficientemente arrabbiato. Anche perché tutte le volte che succede qualcosa in zona Giglio Magico - un’indagine, una scissione, uno scazzo - i giornali e le televisioni vanno sempre a cercare lui. Ieri il circo mediatico è piombato di nuovo a Rignano, novemila abitanti e venticinque chilometri a sud di Firenze, nel Valdarno. “Provo disagio e imbarazzo”, dice Lorenzini al Foglio.

 

“Qui fra la scissione del Pd e le altre vicende mediatiche non si parla di circonvallazione, cioè di roba che interessa alla gente, ma di altro. Così ci si allontana dalle problematiche della gente. A me non frega nulla di accordi, di poltrone, di Rossi che si candida, di chi prende il 12 o il 15 per cento. Di che cosa stiamo parlando? Di nulla”. Quanto al resto, aggiunge Lorenzini, “io ho piena fiducia nella magistratura e per me si è innocenti fino al terzo grado di giudizio, ma la pressione mediatica sul paese che io amministro in questo momento mi crea imbarazzi e rompimenti di coglioni. Io vorrei ragionare di circonvallazioni e di disabili, non di Consip”. Invece, appunto, Lorenzini è costretto a occuparsi di vicende giudiziarie che non lo riguardano. Riguardano però alcuni esponenti di punta del suo partito e della sua comunità, e a Rignano fra pochi mesi si vota alle amministrative. Non è un grande clima per fare campagna elettorale, diciamo. “Su questa roba mi mettono in difficoltà: io vorrei parlare di quello che stiamo facendo nella comunità rignanese. Del resto onestamente non me ne frega nulla”. Lorenzini è furibondo. Qualche giorno fa ha annunciato la sua ricandidatura con il Pd, dopo averci pensato a lungo. Era tentato di presentarsi con una sua lista civica.

 

Dopo le ultime vicende - scissione, spaccatura del Pd e nuove vicende “mediatiche”, come le chiama lui - potrebbe cambiare idea. Lunedì ci sarà la direzione cittadina del Pd, alla quale parteciperà anche Tiziano Renzi, che è segretario del Pd rignanese. Non è chiaro se Renzi senior, dopo la nuova indagine, resterà alla guida del Pd o si autosospenderà.

 

Il sindaco di Rignano, che nel 2012 è stato eletto con il 51 per cento, vuole prendere le distanze dopo gli ultimi accadimenti. Con un annuncio clamoroso. Salvo ripensamenti, in direzione lunedì dirà che intende presentarsi alle amministrative senza simbolo del Pd. Troppe le amarezze per Lorenzini in questi anni. L’ultima, la più grossa, è avvenuta con la scissione del partito che ha fondato insieme a tanti altri. “Le responsabilità come sempre non stanno da una parte sola, ma io quando ho contribuito a formare il Pd avevo in mente un altro partito, che però non è mai nato. Non assomiglia in niente a quello che stiamo vedendo ora. Per questo provo grosso disagio e imbarazzo”. 

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  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.