
Luigi Di Maio (foto LaPresse)
Cosa chiedere a Di Maio e soci su Israele
Al direttore - Sarebbe interessante sapere dall’onorevole Di Maio se, nel malaugurato caso di una sua presidenza del Consiglio, oltre all’annunciato riconoscimento dello Stato palestinese, intenderebbe chiedere ai palestinesi anche il riconoscimento di Israele. Così, tanto per toglierci la curiosità.
Paola Ceva
Possono fare tutti i viaggi che vogliono in Israele, i compagni grillini, e possono far finta, da comici collaudati quali sono, che loro sì che sono amici di Israele, altroché. Possono continuare con questa sceneggiata oppure i Di Maio e Associati possono rispondere semplicemente ad alcune domande facili. Tipo: i signori che si fanno saltare in aria per uccidere israeliani ed ebrei fanno parte della categoria terrorismo o fanno parte della categoria resistenza? E’ disposto a dire che difendere la libertà di Israele significa difendere la libertà dell’occidente? E’ disposto a riconoscere, caro Di Maio, che il terrorismo che colpisce Israele non è soltanto un attacco a Israele ma è un attacco al simbolo di uno stile di vita libero e democratico? E’ disposto a impegnarsi a boicottare chiunque boicotti Israele? E’ disposto a dire che Israele ha diritto a difendersi dal terrorismo? E’ disposto a riconoscere che in Europa c’è un antisemitismo travestito da antisionismo che minaccia il diritto di un ebreo a manifestare in ogni luogo i simboli del suo credo? Tutto il resto è cabaret. Con vivissima cordialità.


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