Angelino Alfano (foto LaPresse)

Il gangster Pizza

Maurizio Crippa
La parodia tardo democristiana incarnata dalla famiglia Pizza connection è molto più bella dell’originale storia della Democrazia cristiana nel Mezzogiorno.

Chi non si ricorda del gangster Pizza Margherita, il cattivissimo alla mozzarella di Balle spaziali? Così come la geniale parodia di Mel Brooks è molto più bella dell’intera saga stellare per bamboccioni, la parodia tardo democristiana incarnata dalla famiglia Pizza connection – il “faccendiere” Raffaele Pizza, finito agli arresti per l’ultima indagine monstre su presunti appalti manovrati e illecite influenze e suo fratello Giuseppe, parimenti di Sant’Eufemia d’Aspromonte, indagato per riciclaggio – è molto più bella dell’originale storia della Democrazia cristiana nel Mezzogiorno. E soprattutto è molto più interessante, politicamente parlando, della saga del Nuovo centrodestra di Angelino Alfano (pure implicato non proprio tangenzialmente nella vicenda), che avendo nutrito per anni maggiori ambizioni presenta oggi risvolti più tragicomici.

 



 

Lasciamo perdere l’inchiesta: per la fiducia che abbiamo nel diritto, sono tutti innocenti fino a prova contraria. La storia che vale la pena raccontare, per il suo contenuto parodistico e anche per il suo valore simbolico e politico, è quella di Giuseppe Pizza, che fu democristiano di lungo corso, in direzione nazionale con Arnaldo Forlani e Amintore Fanfani. Dopo la morte della Balena bianca fondò un partitino rivendicando il nome di Democrazia cristiana e il simbolo, con tanto di scudo crociato e scritta Libertas, dando la stura a un’infinità esilarante di battagliuzze legali e di ripicche da reduci sul nome, l’utilizzo, e la collocazione di un partito da zero virgola. Il che non gli ha impedito di essere dal 2008 al 2011 sottosegretario all’Istruzione nel governo Berlusconi. Il modesto cabotaggio tra amministrazioni locali, liaison ministeriali e familismi vari di Pizza – un buon modo di continuare a campare di politica – incarna, al pari di altre esperienze centriste nate nel centro-sud, una volontà di tener viva la piccola rendita (non più le grandi rendite) di un partitone che fu meridionalista, o meglio cassadelmezzogiornista, ma senza più la capacità di governare né sottogovernare alcunché.

 

E se già quell’esperienza, la Balena bianca, lasciò un’eredità non sempre di livello sturziano, per dir così, la nuova Dc di Pizza, al pari dei partitini di D’Antoni, o dell’Udeur, ha finito per rappresentare la parodia gestionale di una Dc che almeno gestiva il potere. Mentre al nord gli ex dc diventavano forzisti, leghisti o persino, alla fine, renzisti. Detto questo, e preso atto della deriva di un partito pur sempre di governo come Ncd (al nord Lupi rema verso il centrodestra e Sacconi è pro referendum, a Roma Alfano e Beatrice Lorenzin puntano a un nuovo “polo”: a quando il ritorno di Nunzia De Girolamo?), è evidente che sia l’Ncd, alla fine, a essere la vera parodia politicamente inutile della Pizza connection e del suo piccolo cabotaggio senza pretese. Ah, il bulimico gangster Pizza Margherita di Balle spaziali alla fine muore divorando se stesso. Parodie, simbologie.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"