Giachetti: "Per me Pannella è stato un padre, un fratello e un amico"
La ringrazio, signora Presidente. Ringrazio anche il mio gruppo, che mi ha dato la possibilità di ricordare Marco. Però, siccome per me Pannella è stato un padre, un fratello e un amico, so perfettamente che se mi abbandonassi ai ricordi ricadrei inevitabilmente in parole anche autobiografiche, mentre penso che la cosa più bella che si possa fare in questo momento è ricordare Pannella per quello che diceva. Approfitto di questi pochi minuti, perché vorrei consegnare all'Aula poche righe di quello che per me è il più grande scritto che abbia mai prodotto – ma ovviamente è un'opinione personale –, la prefazione a un libro di Andrea Valcarenghi, del 1973, che si chiamava "Underground: a pugno chiuso". Sarebbe da leggerla tutta, ma non ci sarebbe il tempo, mi prendo lo spazio per leggere queste poche righe.
Scriveva Pannella: "Amo speranze antiche come la donna e l'uomo; ideali politici vecchi quanto il secolo dei lumi, la rivoluzione borghese, i canti anarchici e il pensiero della Destra storica. Sono contro ogni bomba, ogni esercito, ogni fucile, ogni ragione di rafforzamento, anche solo contingente, dello Stato di qualsiasi tipo, contro ogni sacrificio, morte o assassinio, soprattutto se rivoluzionario. Credo alla parola, che si ascolta e che si dice, ai racconti che ci si fa in cucina, a letto, per le strade, a lavoro, quando si vuole essere onesti ed essere davvero capiti, più che ai saggi o alle invettive, ai testi più o meno sacri ed alle ideologie. Credo sopra ad ogni altra cosa al dialogo, e non solo a quello spirituale: alle carezze, agli amplessi, alla conoscenza, come a fatti non necessariamente d'evasione o individualistici, e tanto più privati mi appaiono tanto più pubblici e politici, quali sono, mi ingegno che siano riconosciuti. Non credo al potere, e ripudio perfino la fantasia se minaccia d'occuparlo. Non credo al fucile: ci sono troppe splendide cose che potremmo/potremmo fare anche con il nemico per pensare ad eliminarlo". Ciao, Marco.
Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera


Il popolo ha sempre ragione
Statista? Mah, Pertini capì solo che per piacere agli italiani basta poco

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