Il fake della grillina Virginia Raggi su Twitter è troppo credibile per essere un falso

Ermes Antonucci
"Vogliono farci vincere a Roma, ma noi lo abbiamo capito ed io non lo permetterò": è lo slogan, allo stesso tempo folle ed esilarante, che appare nel profilo fake Twitter della candidata sindaco del Movimento 5 stelle a Roma. Ancora: "Non ho altro Dio all'infuori di Casaleggio; a me può controllare anche Whatsapp, basta che non faccio la sindaca di Roma".

"Vogliono farci vincere a Roma, ma noi lo abbiamo capito ed io non lo permetterò": è lo slogan, allo stesso tempo folle ed esilarante, che appare nel profilo fake Twitter di Virginia Raggi, la candidata sindaco del Movimento 5 stelle a Roma, aperto da qualche buontempone che non deve aver resistito alla storia sul "complotto" denunciato da Paola Taverna per far vincere il movimento di Grillo nella capitale. Profilo finto, dunque, ma stati d'animo probabilmente sinceri, se è vero che il principale terrore tra i pentastellati è oggi proprio quello di ottenere la poltrona più alta in Campidoglio e di vedersi bruciare, con qualche figuraccia nella gestione della Capitale, le possibilità di vittoria alle elezioni politiche.

 

 

La povera Virginia, che con poco più di 1.700 clic è stata investita dell'infausto compito di guidare il M5S nella campagna romana, di intenzione di vincere sembra averne veramente poca, e ci pensano i suoi "interpreti" social ad esternare i suoi reali sentimenti: "Io il sindaco di Roma non lo voglio fa'". Bruno Vespa la invita a Porta a Porta? Lei twitta: "Speriamo che trovo chiuso". "Sono il futuro, il passato e il presente sindaco di Roma, ma non c'ho proprio voglia" ripete indolente la Raggi fake, ossessionata dallo scenario da post-Marino che il destino pare averle già attribuito ("Ormai dormo due ore per notte, ho gli incubi che faccio il sindaco"), tanto da abbandonarsi a richieste disperate: "Nessuno ha un posticino per nascondermi fino a che tutta sta storia che devo fa la sindaca di Roma finisce? Grazie".

 

 

Ci prova in tutti i modi a convincere i romani a non votarla: twitta "forza Juve", minaccia i tifosi romanisti di mandare la squadra "a giocare a Valmontone", si dice stanca di rispondere alle domande degli elettori ("che barbari") e di mischiarsi in piazza tra loro: "Casaleggio dice che devo stare in mezzo ai romani, infatti ho dovuto rifare tutti i vaccini". Ma non c'è verso, i sondaggi la premiano, e anche i suoi followers la sfottono: "In bocca al lupo per la campagna elettorale". "Io 'sta campagna elettorale manco la volevo fa', giuro", replica la finta-onesta Raggi, che invita anzi a votare il candidato del centrodestra Guido Bertolaso. Il corto-circuito si completa quando a risponderle è l'account fake satirico proprio di Bertolaso (@GuidoBertoIaso): "Questo suo smisurato altruismo mi lascia spiazzato". Raggi ribadisce: "Farò di tutto per farla vincere ma la vedo complicata". Ne viene fuori una conversazione che si sviluppa nel labile confine tra follia e realtà, con la candidata pentastellata che sempre più disperata ripete di non volere proprio il voto degli elettori, tanto che alla fine Bertolaso sbotta: "Basta buttare gli elettori su di me, non accetto preferenze!". Qualcuno però comprende il dramma vissuto da Raggi, e promette che sulla scheda elettorale farà mettere ai propri amici una bella "x" sul candidato scelto da Berlusconi, provocando la gioia della 5 stelle: "La x, la y, la z: basta che non votate me per favore".

 

L'unica questione fuori discussione è la fiducia incondizionata al sommo guru digitale: "Non ho altro Dio all'infuori di Casaleggio; a me può controllare anche Whatsapp, basta che non faccio la sindaca di Roma". Ancora: "Casaleggio mi ha proibito di guardare sia a destra che a sinistra, ormai gli spigoli di casa li ho presi tutti due volte". E a chi chiede della democrazia interna e del grado di indipendenza dai vertici, Raggi risponde convinta: "Devo rimanere nell'arco di tre metri, abbastanza libera insomma".


L'obiettivo comunque, ora, rimane quello di non diventare sindaco: "Vogliono per forza che vinca io, mi batterò fino all'ultimo reggiseno che ho per evitarlo" appare scritto chiaro e tondo sul falso profilo della candidata a 5 stelle. "Sostienimi e non votarmi" rimane la parola d'ordine, anche se qualche grillino non apprezza l'ironia di chi si cela dietro lo scherzetto su Twitter: "In quale manicomio sei che ti vengo a portare i pasticcini?". "Il manicomio si chiama Roma Capitale", ribatte Raggi, sempre quella finta s'intende.