Beppe Grillo (foto LaPresse)

Il Gattopardo-Grillo senza nome (nel simbolo) e senza corpo (in piazza)

Marianna Rizzini
A proposito di smaterializzazioni grilline. La rivoluzione si annuncia tra le righe del “comunicato politico numero 56”: via dalla scena il suo nome, che sparirà dal simbolo del Movimento Cinque Stelle, previa votazione degli attivisti certificati.

Roma. La rivoluzione si annuncia di buon mattino, tra le righe del “comunicato politico numero 56”, quello con cui Beppe Grillo annuncia il passo gattopardesco con cui cambierà tutto per non cambiare (in sostanza) nulla. E a sentirlo, lì per lì, fa un certo effetto: via dalla scena il nome del comico, che sparirà dal simbolo del Movimento Cinque Stelle, previa votazione degli attivisti certificati sul blog in orario d’ufficio, ma soltanto su questioni per così dire collaterali (volete o non volete l’indirizzo http al posto del mio nome?, è la domanda, a cui la maggioranza dei quarantamila e passa votanti internettiani risponderà  “sì, vogliamo anche la scritta “www.movimento5stelle.it”). Ma del comico e leader sparisce pure il corpo, corpo teatrale e mistico che attraversava a nuoto lo Stretto e si sbracciava dal palco sotto la bufera. Il corpo di Grillo, infatti, nella prossima campagna elettorale di primavera non ci sarà, non spunterà da un camper, non si innalzerà dalle cassette della frutta e nelle grandi città si farà vedere poco, questo si apprendeva ieri mentre dal blog gli attivisti cominciavano a complimentarsi per la decisione unilaterale del comico che apparentemente si smaterializzava per rivivere come infinitesimale particella nel singolo attivista devoto all’“uno vale uno”.

 

"Grazie per la coerenza”, scrivevano in molti. “Grazie per la fiducia”, grazie “per aver mantenuto le promesse”. E però qualcuno cominciava anche a preoccuparsi (“sono spiazzato”), a dubitare come lo studente dopo l’esame di maturità (saremo cresciuti abbastanza per la vita adulta?) ma anche, per abitudine complottarda, a domandarsi e domandare la qualsiasi: perché così in fretta? Non vi sembra ci sia qualcosa che non torna? E anche se Grillo rassicurava preventivamente gli animi sull’avvenuto passaggio della linea d’ombra (“…oggi che il Movimento è diventato adulto e si appresta a governare l’Italia credo sia corretto non associarlo più a un nome ma a tutte le persone che ne fanno parte…” ), arrivava comunque il rinforzo da parte dei due dioscuri Roberto Fico e Alessandro Di Battista, pronti a sorreggere la scelta del Grillo senza nome e senza corpo al grido di “da oggi tutti più responsabili”.

 

Grillo insomma resterà supremo garante, supremo attivista, e (con Gianroberto Casaleggio) supremo regista, ma scorpora il nome da se stesso, ed è l’atto più scenografico della progressiva opera di cessione (apparente) di sovranità: la base voleva meno espulsioni, e meno espulsioni furono (tanto ormai i dissidenti andavano via da soli). La base voleva i corpi intermedi, ed ecco il Direttorio. La base voleva che nelle liste per le amministrative comparissero persone in carne e ossa e magari già attive sul territorio, più che i puri “signori nessuno” emersi dalle profondità della Rete, ed ecco che al Nord la procedura di scelta dei candidati sindaci cambiava.

 

[**Video_box_2**]E però non dalle particelle singole in cui il nome e il corpo di Grillo vivrà, gli attivisti e gli eletti, ma da Gianroberto Casaleggio in persona, giungevano in prima istanza, ieri, i proclami di politica interna e ed estera. Si apprendeva così che soltanto la futura presa di Roma, che Casaleggio vede a un passo nei sondaggi, poteva seguire degnamente la conquista di Sendriano, comune da undicimila abitanti non lontano da Milano, sciolto per infiltrazioni della criminalità organizzata e da ieri guidato da Angelo Cripriani, maresciallo della Finanza a Cinque Stelle. Si apprendeva altresì, sempre dalle parole di Casaleggio, che il Movimento, in questi giorni di riflessioni post- strage di Parigi, in politica estera la pensa come la gauche tradizionalista italiana e internazionale, area Jeremy Corbyn): “…la guerra non si combatte con la guerra…l’’Is è figlia di una serie di guerre insensate, tra cui l’ultima è quella in Siria…”, diceva Casaleggio, invitando a “dialogare con i paesi mediorientali”. E nel giorno della sparizione di Grillo sotto il naso dei grillini senza che i grillini potessero dire “bah” (si votava appunto solo sulla questione “indirizzo http”), qualcuno si domandava se per caso non fosse sul punto di smaterializzarsi anche il guru, come gli uomini del suo vecchio video sul mondo salvato dalle entità incorporee su Google.

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.