Gaetano Quagliariello (foto LaPresse)

Quagliariello, la coscienza e Cirinnà

Redazione
Il complicato ruolo di Ncd sulle unioni civili, tra piazza e poltrone

La senatrice del Pd Monica Cirinnà, più nota come ddl Cirinnà, ha dichiarato ieri che “sulle unioni civili dalla prossima settimana si potrà iniziare a votare”. I 1.500 emendamenti residui in commissione Giustizia, “tutti ostruzionistici”, non bloccheranno l’arrivo in Aula del provvedimento. Dichiarazione forse ottimista, per ora la capogruppo del Senato ha aggiornato alla prossima settimana la decisione sulla calendarizzazione, ma la volontà del governo di arrivare entro l’estate a una approvazione in prima lettura è piuttosto evidente. Nemmeno un mese fa, dalla piazza San Giovanni gremita di famiglie cattoliche in difesa della famiglia tradizionale, Gaetano Quagliariello, esponente di primo piano di Ncd e sostenitore della mobilitazione, intimava al governo e alla maggioranza di tener conto dell’opposizione di piazza e di fermarsi sul provvedimento: “Con la manifestazione si apre una partita politica, certo. Adesso sarebbe opportuna, anzi, direi necessaria una pausa di riflessione. Nessuno cerca una guerra di religione, dovrà valere una sacrosanta libertà di coscienza, non è possibile pensare a un vincolo di maggioranza, né a un compromesso a tutti i costi. Se il ddl non sarà modificato, noi non verremo meno ai nostri princìpi. Faremo la battaglia parlamentare fino in fondo”.

 

Un altro e più focoso esponente del centrismo cattolico, Roberto Formigoni, ha invece dichiarato con sicurezza che il “disegno di legge Cirinnà non passerà mai”, anzi il rinvio è già stato deciso, “il provvedimento sulle unioni civili verrà rimandato sine die”, in base a sottili convenienze di maggioranza e opposizione. Ma la questione più interessante non è tecnicisticamente politica, o peggio bassamente politichese, le convenienze e le contropartite vere e presunte di Ndc. La questione è se i centristi cattolici terranno il punto o piegheranno la testa su un provvedimento che a parole contestano in molte sue parti, e su cui hanno ricevuto un mandato – informale ma preciso – di resistenza da parte di importanti settori della base cattolica e della gerarchia. Cavarsela con i tecnicismi, o lo spazio risicato della coscienza, non è esattamente all’altezza di quel mandato popolare.