Mara Venier (foto LaPresse)

Schulz, Mara Venier e Dj Trava. Il pagellone fogliante alla settimana politica

Francesco Cundari
Il presidente del Parlamento europeo dà una bella lezione a Varoufakis e non solo. Bocciatura inevitabile per la Santanchè mentre alla presentatrice offriremmo volentieri la presidenza della Repubblica. Il figlio di Travaglio promosso a Italia's Got Talent - di Francesco Cundari

A sinistra, la settimana è stata segnata dal dibattito tra le minoranze del Pd. In sintesi, Gianni Cuperlo ha rimproverato a Massimo D’Alema la subalternità al liberismo degli anni 90, Stefano Fassina ha aggiunto senza giri di parole che tanto D'Alema quanto Pier Luigi Bersani dovrebbero fare un passo indietro, mentre bersaniani e dalemiani hanno replicato parlando di accuse meschine e strumentali, dettate da opportunismo e desiderio di finire sui giornali. L'unico punto sul quale tutti sono sembrati essere d'accordo è la critica al modo arrogante e offensivo di condurre la polemica interna da parte di Matteo Renzi. Voto: 6+ (per la costanza)

 

Nonostante i guai giudiziari e l'esito non esaltante della sua ultima stagione alla guida del centrodestra e del paese, l'ennesima resurrezione politica dell'ex presidente ha fermato l'ascesa di una destra xenofoba e antieuropea. Nicolas Sarkozy stavolta merita un applauso (sperando che sia di esempio anche qui, prima o poi). Voto: 8

 

All'indomani della tragedia dell'aereo della Germanwings, Daniela Santanchè si è domandata su twitter: "Che origini hanno i piloti dell'autobus caduto?". Sul web sono fioccate le battute sul bisticcio tra airbus e autobus, colpa evidentemente del correttore automatico (la più bella: "Penso siano dell'Atac"), di sicuro molto più divertenti del post su Renzi chiuso nella cabina di pilotaggio dell'Italia, con cui Beppe Grillo ha battuto tutti in cattivo gusto e banalità. A conferma del fatto che il problema non sono gli errori delle tastiere intelligenti né le ironie della rete, a cui tutti siamo abituati, ma le dichiarazioni insinuanti di politici fin troppo furbi, a cui non ci abitueremo mai. Voto: 4 (a tutti e due)

 

Parlando agli studenti della School of government della Luiss, Mattteo Renzi ha detto che i Promessi sposi andrebbero "proibiti per legge", perché essere costretti a leggerli a scuola non permette di apprezzarli. A conferma della tesi Renzi ha citato la pagina dell'Azzecca-garbugli, che a suo giudizio "tutte le mattine uno dovrebbe, se fa politica, o se anche fa la School of government della Luiss, leggere, rileggere, imparare a memoria". In attesa di capire se questi Promessi sposi a scuola vadano dunque proibiti o fatti imparare a memoria, faremo come quei due oscuri commensali di don Rodrigo, e dello stesso Azzecca-garbugli, "de' quali la nostra storia dice soltanto che non facevano altro che mangiare, chinare il capo, sorridere e approvare ogni cosa che dicesse un commensale, e a cui un altro non contraddicesse". Voto: 6 politico

 

Alla notizia dell'uscita dal Pd del civatiano Luca Pastorino, intenzionato a costruire un cartello di sinistra contro la vincitrice delle contestate primarie liguri, Pippo Civati ha dichiarato che non farà campagna per lui, ma ha aggiunto: "La scelta di Pastorino testimonia il disagio e la diaspora di pezzi del Pd di cui parlo da tempo, ma non significa che tutti i civatiani d’Italia siano pronti ad uscire dal partito". Il che alla fine dei conti ci porta a pensare che nel Pd, più che ai Promessi sposi, si ispirino a Romeo e Giulietta, e come loro si ripetano ogni notte l'un l'altro: "Dividersi è così dolce tortura/ Che ti direi addio fino all'aurora". Voto: 5

 

[**Video_box_2**]Intervistato su Repubblica, Martin Schulz ha così commentato le esternazioni del ministro dell'Economia greco: "Guardi, Varoufakis sarà anche un brillante economista ma si vede senza ombra di dubbio che manca di esperienza politica. Quando parli in un consesso internazionale devi rispettare le opinioni altrui con un minimo di forma e di eleganza diplomatica. Non è come nel XIX secolo, siamo un po' più rilassati, però devi ricordarti che una cosa sono le tue idee espresse in una riunione interna o nella sede del partito, e un'altra il modo in cui le presenti in un Consiglio dei ministri dove rappresenti il tuo paese e non le tue convinzioni". Per lo scricchiolante ministro greco temiamo sia tardi, in compenso siamo certi che la lezione del presidente del Parlamento europeo sarà utilissima ai tanti professori prestati alla politica italiana (e spesso prontamente restituiti all'accademia dagli elettori, nella loro infinita saggezza). Voto: 7+

 

Dinanzi alla proposta di candidarsi a sindaco di Venezia, Mara Venier ha spiegato di avere rifiutato l'offerta di Silvio Berlusconi con queste parole: "Gli ho detto che non ero assolutamente in grado, la politica è una cosa seria". Dopo una simile dichiarazione, noi la terremmo da conto per la presidenza della Repubblica. Voto: 8

 

In un'anticipazione della sua autobiografia, Out came the sun, Mariel Hemingway, la giovanissima protagonista di Manhattan, racconta di quando Woody Allen cercò di sedurla, ancora minorenne. E di quando, compiuti da poco diciotto anni, se lo vide arrivare a casa per chiederle di partire con lui per Parigi. "Spiegai ai miei - scrive la nipote del grande Ernest Hemingway - che Woody non aveva mai accennato alla possibilità che dormissimo in camere separate. Speravo che si sarebbero opposti, che mi avrebbero vietato di partire, invece non fecero che incoraggiarmi ad andare con lui". Un comportamento simile a quello di tanti altri genitori in casi simili, purtroppo, anche se non si chiamano Hemingway. Voto: 3 (a loro) e 8 (a lei, per avere disubbidito)

 

Intervenendo alla Camera, Mario Draghi ha usato contro gli eurofobici un argomento semplice e stringente. "Per chi volesse fare paragoni - ha detto - lo spread di 500 punti base pagato dall'Italia rispetto ai Bund nei momenti peggiori della crisi del 2011 e 2012 era esattamente quello che gli italiani hanno pagato per 15 anni, in media, prima dell'introduzione dell'euro". Buono a sapersi. Voto: 6 e mezzo

 

Giovedì sera, mentre Marco Travaglio andava in onda come di consueto su La7, su Sky andava in scena l'esibizione rap di suo figlio Alessandro, in arte Dj Trava, a Italia's Got Talent. Sui rapper italiani confessiamo di condividere il pregiudizio di Vittorio Zucconi: saranno anche bravi, ma ci fanno sempre l'effetto di cowboy del Wyoming che cantano Funiculì funiculà. E diciamo pure che vedendo Dj Trava superare la prova con i complimenti della giuria, per un attimo, sadicamente, abbiamo immaginato centinaia di innocenti figli di parlamentari e ministri messi alla gogna per anni da suo padre che si scatenavano sul web contro la casta dei Travaglio, con tanto di facili storpiature del nome d'arte (obiettivamente non felicissimo) scelto da suo figlio. Ma non sarebbe giusto. Dj Trava fa bene a difendersi dicendo di fare un lavoro diverso da quello del padre (e se anche facesse lo stesso lavoro, non meriterebbe per questo la lapidazione). Semmai, per come la vediamo noi, è un peccato che il padre non faccia lo stesso lavoro del figlio. Alex, ti supplichiamo, raccomandalo tu. Voto: 9