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L'assassinio di Pamela Genini e il doppio volto di “Potevo essere io”
Nel dolore per il femminicidio, la frase di Annalisa Cuzzocrea diventa uno specchio: per le donne un riconoscimento di vulnerabilità, per gli uomini un interrogativo scomodo: potevo essere io a compiere quella violenza?
Potevo essere io. Così ha scritto giovedì Annalisa Cuzzocrea. Era la prima riga del commento a tortura e morte di Pamela Genini, sulla prima pagina di Repubblica. Un tuffo al cuore. Subito dopo continuava e chiariva, quasi ritraendosene: “C’è una cosa che ognuna di noi pensa e non dice, quando si trova davanti a un femminicidio come quello di Pamela...”. Ma non aveva scritto: “Poteva essere ognuna di noi”, “di noi donne”, cioè. Aveva scritto: “Potevo essere io”. Io conteneva ogni altra, ma faceva immaginare una, lei. Non è questa tuttavia l’osservazione che mi premeva di fare. E’ la reciproca, e avrebbe potuto passare inosservata. Anzi la doppia reciproca, per chi, uomo, leggesse e non si fermasse lì. “Non potevo essere io”, infatti: io non sono donna, posso anche essere ammazzato, ma rientrerei nella ordinaria casistica dell’omicidio, nome maschile già disinvoltamente neutro, finché non se ne è distaccato, divorziato senza appello, il femminicidio. “Non potevo essere io” è perfino rassicurante, dice che sono, siamo - “ognuno di noi” - al riparo, per nascita, dall’essere torturati e ammazzati per nascita. Avrete capito dove voglio arrivare, al secondo reciproco, quello più impegnativo e più penoso, per il quale non occorre mutare nemmeno una vocale alla frase: “Potevo essere io”. Detto da me, da ognuno di noi, vuol dire che potevo essere io a torturare e ammazzare Pamela e, mi perdoni, Annalisa, e “ognuna di loro”. Mi fermo. Non spreco spazio e tempo a figurare e replicare alle obiezioni: non siamo tutti femminicidi né torturatori né molestatori né maschilisti né... Certo, e le statistiche, sia pure divincolandosi, lo confermano. Non lo siamo, o non lo siamo più. Ma ci sono delle coincidenze che per eccesso servono a far pensare. Come mettersi nei panni della frasetta elementare: Potevo essere io.