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Piccola Posta

La fine delle lettere

Adriano Sofri

E delle cartoline, e della consolazione ansiosa, e della grafia che rende riconoscibili. La Danimarca ha attuato l'abolizione del servizio postale per la corrispondenza

Per un firmatario quotidiano di piccola posta, è un rintocco lugubre. Dopo averlo annunciato da tempo, la Danimarca ha attuato l’abolizione del servizio postale per la corrispondenza, conservando solo il servizio per i pacchi. Niente più lettere, consolazione ansiosa dei prigionieri. Niente più cartoline illustrate, se non come souvenir di cui riempire scatole da scarpe, da lasciare allo smaltimento degli eredi. Niente più grafia personale, che era il modo più comune e ingenuo di lasciarsi conoscere da postini, portiere, vicini. (Sarà abolita del tutto, fra poco. Non è comico che si ricorra alla firma digitale? Che bisogno ha lo scarabocchio della firma digitale di sopravvivere ad altri superiori mezzi di riconoscimento e smascheramento? E non è ridicolo in tutto ciò l’attaccamento agli autografi di cantanti, delinquenti e tennisti?)

L’altro giorno i quotidiani hanno pubblicato la fotocopia di un imprevisto “testamento olografo” di Giovanni Agnelli: aveva la scrittura di uno che doveva averla frequentata davvero pochissimo - forse solo per scrivere testamenti. Fra ciò che l’agonia postelegrafonica, condita di qualche scortesia - postini che non suonano nemmeno una volta - rischia di far andare perduta, è soprattutto la nobile tradizione delle lettere anonime. 


P.S. No, non c’è pericolo. I post sui social, grafia a parte, sono spesso ingegnosi sostituti. Sono lettere anonime firmate. 

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