P. Finoglio, Rinaldo e Armida nel giardino incantato, Ciclo della Gerusalemme liberata 1640-43

Piccola Posta

Distrarsi e dedicarsi alla Gerusalemme liberata

Adriano Sofri

Dopo lo sproloquio di Trump seguito da appendice sbrigativa di Netanyahu (dalle conseguenze ancora molto incerte), ho scelto di occupare il tempo con l'attività più distante da un'attualità materiale e mentale rasa al suolo

Fra le molte cose mirabili della città di Conversano (Bari) di cui ero del tutto ignorante, c’era il ciclo di dieci grandiose tele, 310 per 450 cm, di Paolo Finoglio (Napoli 1590 - Conversano 1645) dedicato alle Scene della Gerusalemme liberata, custodito in due sale del Castello, nella Pinacoteca intitolata al pittore. In realtà le ho viste quasi di passaggio, perché ospitavano un appuntamento del festival Lector in fabula, dunque anche per questo mi propongo di tornare nella morta stagione, ammesso che ce ne sia una in quel paese così vivace. (Ho visto poi che le riproduzioni di Finoglio illustravano l’edizione Einaudi della Gerusalemme, del 1961).

Tornato alla ordinaria vita domestica, ho guardato e ascoltato lo sproloquio di Donald Trump sulla fantastica risoluzione della vicissitudine mediorientale degli ultimi due o tremila anni, e l’appendice sbrigativa di Bibi Netanyahu, che forse potranno rallentare il tasso di carneficine contemporanee, forse mandarlo alle stelle, e certo schiacciavano lo spettatore sotto un peso grottesco e smisurato. Così, espropriato come altri 8 miliardi e passa di esseri umani dalla storia del pianeta, per protesta o per sfinimento, ho impiegato il resto della notte in quella che mi è sembrata l’occupazione più distante da un’attualità materiale e mentale rasa al suolo: la lettura della Gerusalemme liberata. Penso che non vada forte al giorno – alla notte – d’oggi, certo molto meno dell’Orlando furioso, che anche lui. Per un vecchio come me poi, i vecchi sono spaventati di non avere il tempo di rimisurarsi con i 15.336 endecasillabi del Tasso.

Intanto, mi sono detto, ricominciamo. Al verso 529 del primo canto ho letto di Goffredo di Buglione in pensiero, perché:
“Perch’egli avea certe novelle intese,
Che s’è d’Egitto il Re già posto in via
In verso Gaza, bello e forte arnese
Da fronteggiare i regni di Soria”.