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C'è un prima e dopo Gaza nella storia del mondo
Lo ha detto in un'intervista a Repubblica Paolo Pellegrin, fotoreporter che ha frequentato Gaza per molti anni. Se potesse ci tornerebbe, dice, ma teme che potrebbe scoprire cose ancor più terrificanti di quelle che sappiamo e immaginiamo
Ieri Michele Smargiassi ha intervistato per Repubblica il famoso fotoreporter Paolo Pellegrin, che ha frequentato Gaza per molti anni e molte guerre. Alla fine Smargiassi gli chiede: “Se potessi, torneresti là?” “Immediatamente, come tutti i miei colleghi”. (Anch’io, che fotografo sì e no col telefonino, risponderei subito allo stesso modo). Pellegrin continua: “Ma non credo che accadrà in un futuro prossimo. (...) Potremmo scoprire cose ancora più terrificanti di quelle che sappiamo e perfino immaginiamo”. E conclude: “C’è un prima e un dopo Gaza nella storia del mondo”.
Penso che la cosa stia proprio così. C’è un prima e un dopo Gaza nella storia del mondo, e ha messo in mora il prima e dopo Auschwitz, il prima e dopo Hiroshima. I nostri confini, i nostri tentati tabù. Con una differenza: che Auschwitz finalmente finì, e Hiroshima sperimentò il double tap, il doppio colpo, l’incidente raddoppiato, che va così forte nelle guerre d’oggi, ma anche lei dopo Nagasaki finì, almeno fino alla prossima volta. Gaza no, non ancora. E’ dopo e prima. E’ già il passato, è ancora il futuro.