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Stati che sono imprese di pompe funebri, e ne adottano il linguaggio

Adriano Sofri

Smotrich ha annunciato i nuovi insediamenti in Cisgiordania dicendo che ogni casa "rappresenta un chiodo sulla bara", dell'idea dei due stati. Mentre all'Onu parlando di “un paletto piantato nel cuore". Le cose succedono anche nella lingua, e nella lingua si fanno trasparenti

In agosto succedono le cose. Netanyahu invade il centro di Gaza, Putin manda missili ipersonici su Odessa, Trump spedisce cartoline illustrate a Orbán, e volete che il governo italiano dorma, quando c’è il Leoncavallo che aspetta da 31 anni di essere espugnato? 


Le cose succedono anche nella lingua, e nella lingua si fanno trasparenti. Alcuni stati moderni sono colossali imprese di pompe funebri, e ne prendono il linguaggio. Sapete il vecchio falegname simpatico che all’arrivo del giustiziere corre a preparare le bare, immaginatelo a Gaza. Anzi no, a Gaza sono sepolti nei sudari bianchi. Però la lingua resiste. Ieri non c’era titolo che non riprendesse il proclama del ributtante Bezalel Smotrich sulla Cisgiordania e la liquidazione dei Due Stati: “Ogni nuova casa che costruiremo rappresenta un chiodo sulla bara di questa idea oltraggiosa”. Le nuove case sono 3.400, e smembreranno definitivamente la Cisgiordania. Ministro, costui è un ministro, collega del ributtante Itamar Ben Gvir che è andato a insultare e minacciare un vecchio macilento prigioniero, e si è fatto il video. 


Le parole e le cose si inseguono, si contagiano. I portavoce dell’Onu, riferisce Gabriella Colarusso su Repubblica, hanno reagito al progetto cisgiordano dichiarandolo “un paletto piantato nel cuore della soluzione dei due stati”. Devono aver pensato che un paletto conficcato nel cuore è più forte di un chiodo sulla bara. Si sono dimenticati che il cuore era quello di un vampiro. “Bibi è un eroe – ha detto Donald Trump – E anch’io”. 
 

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