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Esultano i sostenitori del disarmo in Ucraina
Donald Trump toglie a Kyiv le armi difensive che ha promesso. Si intesta così la responsabilità diretta dell'assassinio di civili e militari, donne e uomini, bambini e vecchi. "Meno armi vengono fornite a Kyiv più è vicina la fine del conflitto" ha detto il portavoce del Cremlino. Questa volta, purtroppo, ha detto la verità
Lo stato del mondo è quello che è. Se solo fossi stato fra le persone, e le personalità, fervidamente radunate, nel sudore delle fronti, a rivendicare il disarmo dell’Ucraina, avrei finalmente ragione di esultare. Donald Trump toglie all’Ucraina armi difensive che le ha promesso, e alcune che ha già istradato alla sua volta. Così facendo, si intesta la responsabilità diretta dell’assassinio di un gran numero supplementare di civili e militari, donne e uomini, bambini e vecchi. Una decisione coraggiosa, che sembra sfidare l’impopolarità, se non fosse per quei radunati e tanti altri che sono al mare, ma con idee chiare.
Il portavoce di Putin, Dmitrij Peskov, ha tempestivamente commentato: “Meno armi vengono fornite a Kyiv più è vicina la fine del conflitto”. In genere rifletto sulle dichiarazioni sue e delle sue colleghe e colleghi: non vorrei essere ingannato. Ma no, ha detto la verità, evidente. Lapalissiana.
Stai combattendo, con una schiacciante superiorità di cannoni e carne da cannone, contro un nemico sulla terra del nemico, cui il suo principale alleato originario revoca, con la più convincente delle giustificazioni (ha paura di restare con la sua santabarbara vuota), la fornitura di armi, e sicuramente la fine del conflitto si avvicina. Quando a Kyiv non resterà più nemmeno un moschetto la guerra sarà finita del tutto, e la pace trionferà.
Uno degli effetti della vecchiaia, della mia almeno, è una moderazione dei sentimenti di approvazione, dell’entusiasmo. Io sto con l’Ucraina, senz’altro, con la sua gente, con i suoi luoghi, con la sua difesa. Non me ne aspetto una reincarnazione dell’uomo nuovo, e nemmeno della donna. Sono gli offesi. A volte danno anche qualche prova di anticipare, oltre che desiderare, un’umanità nova.
Un altro effetto della vecchiaia, probabilmente non solo della mia, è un inasprimento dei risentimenti, del rancore, del disprezzo. Del malumore verso gli altri. Bisogna guardarsene, certo. Non andare in televisione, per esempio, e per sicurezza guardarla poco. Certo, rimangono i social, ma di qualcosa si deve crepare. La longevità contemporanea ha dilatato ed esasperato l’età del risentimento. La mia ripugnanza per il regime russo vigente, le sue facce, le sue parole, le sue azioni, è per così dire superiore alle mie forze. Ah, perché non son io coi disarmanti! Esulterei, e invece: la ripugnanza. Mi lascia esausto, e non rinuncerei nemmeno a un suo grammo.

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