Un soldato in preghiera davanti alla gigantografia di Jalal talabani a Baghdad, Iraq (foto LaPresse)

Aperti per lutto

Adriano Sofri

Per la morte di Jalal Talabani l’Iraq, di cui fu il primo presidente non arabo (e il primo curdo), ha decretato un cordoglio di tre giorni

Suleymanyah. Per la morte di Jalal Talabani l’Iraq, di cui fu il primo presidente non arabo (e il primo curdo), ha decretato un lutto di tre giorni. Altrettanto hanno fatto i curdi siriani del Rojava. Una settimana di lutto è stata decisa dal Krg, il governo regionale curdo. C’è commozione vera qui, dove Mam Jalal è stato un gran protagonista, e c’è anche la speranza di guadagnare un’altra settimana ai rumori di guerra addensati tutto attorno. Questa mattina, venerdì, la salma di Talabani arriva nella sua città, Suleymanyah. Arriveranno personalità straniere, comprese quelle dei vicini che digrignano i denti. Della Turchia e dell’Iran, dove l’ayatollah Khamenei, accogliendo Erdogan, ha appena dichiarato che il referendum curdo è stato “un tradimento”. Dell’Iraq, dove la Banca centrale si sta ingegnando di bloccare l’attività finanziaria del Kurdistan. Magari il cordoglio di Suleymanyah indurrà le famose personalità a fare quattro chiacchiere meno terribili. Se non altro, a scherzare sul dettaglio dell’arrivo graziosamente consentito, per eccezione, su un suolo i cui aeroporti sono chiusi per castigo. Aperti per lutto.

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