Non è uno scherzo, c'è un attore che ama la “nostra cultura giudeo-cristiana”

Giulio Meotti
Il “figlio di Saul”, drammatica pellicola sulla Shoah che ha avuto un grande successo di critica e adesso in corsa agli Oscar, ha per protagonista Geza Rohrig. Si tratta di un poeta e attore ungherese che sembra avere anche le idee giuste.

Il “figlio di Saul”, drammatica pellicola sulla Shoah che ha avuto un grande successo di critica e adesso in corsa agli Oscar, ha per protagonista Geza Rohrig. Si tratta di un poeta e attore ungherese che sembra avere anche le idee giuste. Già le aveva dimostrate quando, in pieno regime comunista ungherese, si era fatto arrestare per aver pubblicato articoli contro l’Unione Sovietica. Un anno fa, al Guardian, Rohrig aveva detto a proposito dell’assedio di Kobane: “Non abbiamo imparato nulla da Auschwitz. La crudeltà esibita allora esiste oggi contro i curdi e altrove. C’è un senso di insicurezza per il domani. C’è un livello di caos in quanto le potenze mondiali non sono d’accordo almeno su un livello minimo di consenso”. E ancora sugli agnostici: “Mi annoiano”.

 

Qualche giorno fa, nel corso di un’altra intervista, Rohrig ha detto: “Stiamo andando verso il caos. Questi sono tempi duri, la guerra è all’orizzonte, la nostra cultura giudaico-cristiana è minacciata dall’estremismo islamico, che sarà la storia di questo secolo, con la guerriglia a Parigi e a New York. Non stiamo andando verso dei bei tempi, e lo dico da padre”. Urcà, un attore capace di pensare oltre che di firmare appelli per le adozioni gay.

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  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.