Croce e delizia

Di Simone Godano, con Alessandro Gassman, Fabrizio Bentivoglio, Jasmine Trinca, Filippo Scicchitano

Mariarosa Mancuso

Siccome il pedaggio operistico bisogna pagarlo, quando in un film c’è un personaggio gay, qui sbrigano la faccenda già nel titolo, rubato a “La traviata”. I gay sono per la verità due, e pure tardivi – rubiamo l’idea al documentario “Linfa” di Carlotta Cerquetti, indagine sulla scena punk femminile al Pigneto: drag queen di quartiere, ragazze “vedo gente faccio cose”, la rima “se non sei una lesbica nativa / diventa anche tu una lesbica tardiva”. Volendo fare i nomi, sono Alessandro Gassman e Fabrizio Bentivoglio. La reticenza si deve al fatto che è difficile credere, guardando il film, sia alla conversione sia all’innamoramento sia alle nozze imminenti (come era difficile credere alla premessa di “Moglie e marito”: Kasia Smutniak e Pierfrancesco Favino a sessi scambiati dopo un esperimento fantascientifico). Le famiglie rispettive non sanno ancora nulla, e naturalmente c’è la frattura sociale, “Ferie d’agosto” di Paolo Virzì fa sempre scuola, dopo vent’anni e più. “Non conosco nessuno che guardi la tv” dichiara la snob mezza francese figlia del mercante d’arte Fabrizio Bentivoglio, guardando con orrore la prole del pescivendolo Alessandro Gassman, figli e nipoti nella dependance della villa al mare. I buzzurri – Filippo Scicchitano in bermuda e canotta, con zazzera schiarita da un parrucchiere al di sopra delle sue possibilità – si lamentano perché la casetta non ha neanche uno schermo al plasma, e guardano con orrore il cesso en plein air, un buco da ricoprire con una tavola (i ricchi fan così). Sono riuniti per l’annuncio che s’ha da fare, ma a Gassman manca il coraggio e si fa sorprendere dal figlio avvinghiato al promesso sposo. I ricchi vanno di birignao e di massaggi rilassanti. I poveri urlano se vedono un maschio nudo e disturbano con le moto d’acqua. Impareranno a capirsi, lo scopo è sempre imparare a capirsi, in queste finte commedia dove si ride poco, e si ripassano tutti gli stereotipi. Nostalgici, ormai, perché se poi leggiamo un giornale o andiamo sui social, di poveri che superano i pregiudizi perché hanno il cuore grande non è che se ne vedano poi tanti.

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