DON JON

Mariarosa Mancuso

    Niente nomination ai Golden Globe per Scarlett Johansson in “her” di Spike Jonze. In parole povere: i membri dell'Associazione che a Hollywood riunisce la stampa estera non riescono ad apprezzare una performance solo vocale. Un'attrice deve mostrarsi sullo schermo: se sussurra, ride, insinua, scherza, e da sistema operativo di uno smartphone fa innamorare Joaquin Phoenix, la performance non viene considerata recitazione. (D'ora in poi, chi intende lodare la superiorità di giudizio e l'apertura mentale della Foreign Press contro i membri dell'Academy che assegnano l'Oscar, considerati tradizionalisti e di vedute ristrette, tenga conto per favore del clamoroso inciampo). Ai signori e alle signore della stampa estera piacerà la Scarlett Johansson di “Don Jon”: jeans stretti, tette in vista, chewing gum sempre in bocca, labbra imbronciate e una fissazione per i film romantici. Joseph Gordon-Levitt – regista, sceneggiatore e primo attore nel film – l'ha chiamata con una certa perfidia Barbara Sugarman. Con altrettanta perfidia le disegna addosso un ruolo da fidanzata insopportabile. Il tipo che segue le regole esposte nel bestseller “Le regole” di Ellen Fein e Sherrie Schneider: i 35 comandamenti per trovare Mr Right, conquistarne il cuore e non perderlo più. Ben note già alla nonna: non telefonargli, deve chiamare lui; chiudi la serata prima che sia lui a farlo; esci con lui sabato sera solo se te lo chiede prima di mercoledì; non andarci a letto per piacer tuo, ma sempre in cambio di qualcosa (esiste anche un aggiornamento per gli appuntamenti on line). Jon Martello detto Don Jon non sembra Mr Right. Di domenica va a messa, compra le paste, pranza in canottiera con la famiglia di origine italiana (siamo nel New Jersey, già si registra la solita protesta per gli stereotipi razzisti). Svaghi: la palestra, le ragazze da rimorchiare in discoteca, dosi massicce di pornografia via internet. Riesce a fidanzarsi con Scarlett Johansson, lei si fa toccare ma solo un po', lui torna a casa e riaccende YouPorn (noi vediamo solo un veloce montaggio di tette e culi). Credibile? Ognuno ha i suoi standard, a noi la signorina è sembrata abbastanza rompiballe da far sognare una bambola gonfiabile. La più matura Julianne Moore disquisisce sul porno dei tempi suoi, con la stessa nostalgia di chi rimpiange il sapore di certi pomodori che non ci sono più.