Brian Wilson (Scott Dudelson/Getty Images) 

Brian Wilson, il vero genio dei Beach Boys, è morto a 82 anni

Nicola Contarini

Da noi vanno forte i pezzi ballabili, ma la sua perizia autoriale andava molto oltre, “God Only Knows”, il capolavoro “Good Vibrations”, la stupenda “Love and Mercy”, che dà il titolo al biopic del 2014 diretto da Bill Pohlad. Il sole della California non ha più brillato come in quelle estati degli anni Sessanta

Ha raggiunto i suoi fratelli, insieme erano le voci che hanno portato l’America nel mondo, anche più di Elvis. Brian Wilson, il genio dei Beach Boys, è morto a 82 anni. Con Dennis e Carl, morti prima di lui benché più giovani, aveva creato la band delle spiagge della California, del surf, dell’estate perenne, delle ragazze bionde e abbronzate e dolcissime. Come dolcissima era la sua voce, spesso non in primo piano nelle hit del gruppo - a fare il frontman aveva messo il cugino Mike Love, alla chitarra l’amico Al Jardine - ma al servizio di armonie tanto intricate da eseguire quanto leggeri erano i testi. La playa, l’estate, la notte, la festa (quasi). I fratelli Wilson avevano imparato a cantare come angeli per placare il padre violento.

 
Testi leggeri, sì, ma non tutti. Brian era un animo sensibile, e dopo la celebrazione del surf ha costruito un immaginario di nostalgia, di infanzia perduta, di amori salvifici. “I wish that every kiss was never ending, wouldn't it be nice?”. Talmente sensibile da cadere in depressione e soffrire di gravi problemi psichiatrici. Dalle camicie a fiori alle tute Adidas e la barbona, dalla spiaggia alla reclusione in casa. Guai che distrussero i Beach Boys dopo il capolavoro della maturità, “Pet Sounds” (1966), che definire il “Sgt. Pepper’s” americano è riduttivo. Anche perché venne pubblicato un anno prima, e Paul McCartney ha ammesso l’enorme influenza di quel disco sui Beatles. Brian cantava ed era un mago della registrazione. Il suono del suo basso, croccante, suonato con il plettro a differenza delle dita impiegate dai grandi bassisti black, ha fatto scuola nel pop. Certo, qui da noi vanno forte i pezzi ballabili, “California Girls”, “Surfin’”, “I Get Around”, ma la perizia autoriale di Wilson va molto oltre, “God Only Knows”, il capolavoro “Good Vibrations”, la stupenda “Love and Mercy”, brano solista in cui esprime il suo “complesso messianico” e che dà il titolo al biopic del 2014 diretto da Bill Pohlad - Paul Dano è Brian da giovane, John Cusack da mezza età, nel film si racconta anche delle manipolazioni del terapista Eugene Landy.

 

  

Dopo “Pet Sounds” sarebbe dovuto venire “Smile”, ma è rimasto un album fantasma fino alla pubblicazione nel 2011 delle “Smile Sessions”. I Beach Boys erano dilaniati da conflitti di personalità e manie di protagonismo - ingiustificate: l’unico vero genio era Brian. Si sarebbero sciolti e riformati dozzine di volte, con o senza questo o quel componente. Ma il sole della California non ha più brillato come in quelle estati degli anni Sessanta.