Mauro Repetto (Katia Maldoni) 

Il ritorno di Mauro Repetto: “Con le scarpe allacciate da gol ora vivo il mio sogno italiano”

Raffaele Rossi

L’ideatore e fondatore degli 883 insieme a Max Pezzali è lancia il nuovo singolo “Dj Sole” mentre prosegue il suo tour nei teatri con “Alla ricerca dell'Uomo Ragno”. “Nonostante le cene con Martin Scorsese resto un nerd di provincia. In futuro? Sogno una carriera da attore”

Pubblicata nel 1543 "De revolutionibus orbium coelestium" (Sulle rivoluzioni delle sfere celesti) è l'opera più famosa di Niccolò Copernico. L'astronomo e matematico nato in Polonia ha rivoluzionato il mondo con la teoria eliocentrica: al centro del nostro sistema planetario c'è il Sole e i pianeti, inclusa la Terra, gli orbitano attorno. I suoi studi sono stati il punto di partenza per astronomi come Galileo Galilei e Giovanni Keplero, che hanno perfezionato e confermato il modello eliocentrico. Fino ad allora la visione dominante era quella in cui la Terra era immobile al centro dell'universo e i corpi celesti le giravano attorno. Allo stesso modo, secoli dopo, quell'astro resta uno dei punti di riferimento per Mauro Repetto, fondatore insieme a Max Pezzali degli 883 e oggi in tour nei teatri con il suo spettacolo “Alla ricerca dell'Uomo Ragno – La favola degli 883”. Dopo i grandi successi degli anni Novanta come “Con un deca”, “Hanno ucciso l'Uomo Ragno”, “Sei un mito”, “Nord Sud Ovest Est” e un album da solista nel 1995 (“ZuccheroFilatoNero”), l'artista è tornato con “Dj Sole”, colonna sonora di un progetto che vedrà la luce nei prossimi mesi, in concomitanza con l'uscita della seconda stagione della serie TV diretta da Sydney Sibilia. “È un brano che profuma di Donna Summer e di Kiss. Ora sono in forma smagliante – racconta al Foglio Mauro Repetto – ho le scarpe allacciate da gol. Ora sto vivendo il mio italian dream”.

 

Come mai proprio “Dj Sole”?

Ho immaginato una spiaggia con una bella ragazza e il Sole che mixava la musica. Il massimo della goduria. Alla melodia ha pensato Matteo Bonsanto, producer già di “Non me al menare” degli 883 e “Boys (Summertime love)” di Sabrina Salerno. Per il testo l'ispirazione è arrivata da una frase di “New Sensation” degli INXS: “And the sun comes like a god into our room”.


Ha scritto sui social che la canzone arriva “a 30 anni da Nord Sud Ovest Est”. Vuole riprendere il discorso da quel momento?
Il brano è un fil rouge che si collega alla mia vita post liceo. Dal momento in cui io e Max siamo andati a Tucson, in Arizona, per girare il video di “Nord Sud Ovest Est”. Erano anni in cui d'inverno facevo l'animatore in Trentino e d'estate in Calabria.


Il video di “Dj Sole”, prodotto con l'intelligenza artificiale, la vede protagonista di diversi mondi cinematografici: da Blade Runner a Mad Max.
Il video, diretto da Stefano Salvati, è un game molto realista. L'intelligenza artificiale è stata completamente a disposizione della nostra creatività, l'abbiamo sfruttata come meglio potevamo. Spero questo video mi apra porte attoriali.

In che senso?
Mi piacerebbe fare l'attore nel prossimo futuro. Anche essere protagonista di one man show, un po' come già faccio a teatro.

Con il suo spettacolo “Alla ricerca dell'Uomo Ragno – La favola degli 883”.
Mi sono riaffacciato al mondo dell'entertainment dopo 30 anni. Nonostante le cene con Martin Scorsese sono rimasto un nerd di provincia.

È difficile tornare in tour dopo tanti anni?
È come far parte di un western. È un successo se nel camerino hai la toilette e ti ricordi il nome del posto in cui ti esibisci. Poi c'è sempre il sindaco e l'assessore della città a cantare con me “Hanno ucciso l'Uomo Ragno”. Sembra quasi di rivivere l'atmosfera di “Ma 'ndo Hawaii” di Monica Vitti e Alberto Sordi.

Trent'anni fa lei ha provato a vivere il suo sogno americano ma non è andata come si aspettava. Si è pentito?
Non mi sono mai pentito di aver lasciato l'Italia per inseguire il mio sogno artistico. All'epoca io e Max eravamo un aereo che planava da solo: uno cantava e l'altro ballava. Una canzone come “Dj Sole” l'avrebbe cantata Max e io dietro a ballare. Oggi posso cantarla io e avere le mie ballerine.

Ha esaudito il suo sogno di entrare a corte da Claudio Cecchetto, il “Walt Disney italiano”, come lei lo ha ribattezzato.
Quella di Cecchetto a fine anni Ottanta era una vera e propria scuderia, come quella Ferrari. Sarebbe stato più facile entrare in contatto con Robert De Niro. Ma noi ci siamo riusciti con la grinta di due provincialotti.

Due provincialotti che nel 1992 iniziavano a scontrarsi con le problematiche della vita. Cos'è rimasto di quegli anni?
Ora ho ritrovato quel Peter Parker di Pavia che ero negli Anni Ottanta. Imbranato ma che può ambire a momenti da supereroe. Un mix tra Johnny Depp e Fantozzi.

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