Foto Ansa 

il caso

Cucinelli nel mirino: accuse dalla Russia e crisi globale del lusso Made in Italy

Fabiana Giacomotti

Dopo un nuovo report accusatorio di Morpheus Research, Brunello Cucinelli respinge le accuse di violazione delle sanzioni alla Russia e annuncia azioni legali. Intanto, tra dazi, sanzioni e crisi dei mercati internazionali, il settore moda italiano affronta una tempesta senza precedenti

I fatti. Dopo una prima accusa di violazione delle sanzioni inflitte alla Russia da parte del fondo anglosassone Perento Partners, a cui aveva fatto seguito una smentita da parte del ceo Luca Lisandroni attraverso “FT”, ieri il report pubblicato da Morpheus Research, società recentissima fondata da un gruppo di analisti che mira a mettere in luce comportamenti scorretti sui mercati finanziari, ha messo nuovamente nel mirino la Brunello Cucinelli, accusandola non solo delle stesse pratiche denunciate da Perento, vendendo sia direttamente sia attraverso partner commerciali come Tsum pezzi del valore di migliaia di euro, ma anche di attuare una politica di “sconti aggressivi” per smaltire il proprio magazzino e mantenere il proprio posizionamento.

 

Dopo una prima sospensione a piazza Affari per eccesso di ribasso, il titolo è stato riammesso a seguito di una nota durissima da parte dell’azienda di Solomeo sulla correttezza del proprio business in Russia, certificato dall’Agenzia delle Dogane italiane e straniere, e sul crollo del fatturato nel Paese, ora ridotto di oltre due terzi rispetto al 2021, oggi pari al 2 per cento e il patron si è riservato ogni azione legale a tutela della propria reputazione e della propria immagine. I supporter parlano dell’ennesima azione turbativa per danneggiare il valore del Made in Italy, già agitata la scorsa estate in occasione del caso Loro Piana e del caporalato, sul quale sta arrivando peraltro una legge nazionale. Quello che nessuno dice, mentre le sfilate della fashion week milanese proseguono e tutti gridano al nuovo miracolo di Demna per Gucci e alla bellezza della moda come divisa di eleganza di Prada, è che fra i dazi Usa, che stanno rendendo anche la logistica un aggravio pesantissimo per molte piccole aziende e l’accesso alle piattaforme di e-commerce di fatto insostenibile, le sanzioni alla Russia, la sostanziale scomparsa della Cina come mercato di sbocco della nostra produzione di lusso, la perdita del potere d’acquisto e purtroppo anche dell’interesse dell’Europa, fare moda è diventato troppo difficile e richiede doti creative importanti su ogni fronte. I costi del personale e di gestione sono però rimasti gli stessi, anzi sono aumentati.

Di più su questi argomenti: