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Cosa c'è dietro l'AV italiana in Germania

Trenitalia conquista l’Europa con il Frecciarossa. Concorrenza, innovazione e sostenibilità spingono un’azienda pubblica italiana nel cuore della rete ferroviaria tedesca

La concorrenza, quando funziona, si vede. E si misura in chilometri: quelli che separano Milano e Roma da Monaco di Baviera, Roma da Berlino. Entro il 2026, Trenitalia collegherà queste città con il Frecciarossa, in collaborazione con Deutsche Bahn e ÖBB. È una notizia che dovrebbe essere accolta senza retorica, ma anche senza timidezze: un’azienda italiana riesce a farsi spazio, in un settore regolato e strategico, su un mercato estero complesso e competitivo. Non serve gridare al miracolo industriale, né evocare l’orgoglio nazionale. Basta osservare i fatti: il gruppo FS, attraverso un treno pubblico, entra nel cuore del sistema ferroviario tedesco, non da cliente ma da operatore. È un risultato che smentisce almeno due luoghi comuni.

Il primo è quello secondo cui in Italia tutto ciò che è pubblico è necessariamente inefficiente. Il secondo è che la concorrenza, per definizione, penalizzi il nostro paese. Al contrario: la possibilità di competere fuori dai confini stimola innovazione, alza gli standard, costringe a migliorarsi. E produce risultati concreti, anche dal punto di vista ambientale, con nuovi collegamenti sostenibili che riducono l’uso dell’auto e dell’aereo. Vale per Trenitalia, come per altre aziende italiane capaci di misurarsi in mercati aperti. Non è questione di tifoserie, ma di visione industriale. Se vogliamo un’Italia che cresce, dobbiamo anche volerla esposta alla competizione. Non solo per difendersi, ma per attaccare. La concorrenza, quando non è usata come slogan, può servire proprio a questo.

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