Come fare bella figura in salotto senza necessariamente sapere quel che si dice

Cucinare solo per sé

Andrea Ballarini
Alcuni lo fannno abitualmente. Altri vi preferirebbero la morte per inedia. In ogni caso, avere qualcosa da dire in merito è imprescindibile.

- Un uomo che lo fa abitualmente è subito più interessante. Convenirne.

 

- Le donne pare sappiano farlo per programmazione genetica. Invidiarle.

 

- Apprezzare chi si cucina dei piatti semplici ma genuinini, senza ricorrere a un uso dissennato di surgelati o di altre puttanate precotte.

 

- Commiserare chi per sé non cucinerebbe mai, ma andrebbe avanti solo a insalata prelavata e mozzarella. Evitare di far partire pipponi sul rispetto di sé: il paternalismo invecchia.

 

- In anni e anni di vita da single avere affinato la pratica del sandwich fino ad aver esteso i limiti dell’arte contemporanea. Congratularsi.

 

- Diffidare di coloro che anche se sono soli trascorrono intere giornate in cucina per preparare la fricassea di selvaggina: l’autoerotismo alimentare è sempre sospetto. Convenirne.

 

- Sottolineare la fondamentale diversità esitenziale tra chi cucina virilmente per sé e il fighettismo lezioso della masterchefmania che ha assalito gli italiani in anni recenti. (Vedi seguente)

 

- Apprezzare chi rifiuta di abbrutirsi e prepara delle dignitose cenette per se stesso, ma considerare con sospetto le tovaglie di fiandra, le stoviglie d’epoca, l’argenteria inglese: il confine tra dandismo e stronzismo è labile. Convenirne.

 

- Chi cucina regolarmente solo per sé dimostra una personalità armoniosamente strutturata e una buona centratura. Arabescare a soggetto: attenzione alla psicologia d’accatto.

 

- Consumare i pasti autocucinati davanti alla tv è accettabile, purché non si abbandonino i resti a imputridire nei piatti, mentre si affonda nel gorgo del binge watching.

 

- Osservare con vigore sociologico come sia statisticamente dimostrato che anche il/la single che cucina ottime cene per sé, rarissimamente indulge al breakfast autoprodotto, giacché preferisce di gran lunga fare colazione nella caffetteria di zona leggendo il giornale. Dissertare sulle connesse implicazioni antropologico-culturali.

 

- Il/la single appagato/a della propria condizione accolga sempre con un lieve inarcare di sopracciglio l’apparizione sul mercato di nuove preparazioni surgelate. Di seguito, consideri con scetticismo il crescente livello di complessità delle stesse, rievocando la spartana essenzialità dei bastoncini di merluzzo della propria infanzia. Di seguito, si chieda se nella vita reale esistano veramente degli squilibrati che invitano a cena la donna dei loro sogni e per far colpo le scongelano una spigola all’acquapazza bell’e pronta, come sembrano suggerire alcune pubblicità aspirazionali.

 

- Rievocare con malcelato orrore quando si è avuto il periodo delle orecchiette con i broccoli e non si è cucinato altro per svariate settimane a fila. Rammaricarsene.

 

- Il forno a microonde è il letto di procuste della papilla gustativa. Frase da utilizzare durante una cena con amici per lasciare trasparire con discrezione un considerevole bagaglio classico. (Vedi seguente)

 

- Condurre una rapida indagine tra conoscenti e amici per stabilire quando sia stata l’ultima volta che hanno lavato l’interno del forno a microonde. Deplorare i risultati.

 

- L’alimentazione del/la single dipende in larga misura dall’avvento del Tupperware, che usato con avvedutezza consente di accedere a vette organolettiche altrimenti destinate a essere confinate nella memoria, come quelle del ragù della mamma. (Vedi seguente)

 

- Rientrare dal lavoro a tarda sera, aprire il frigo e considerare con mestizia l’antologia di Tupperware con gli avanzi degli spaghetti al pomodoro cucinati ieri; gli avanzi del risotto ai funghi di l’altroieri; gli avanzi degli stracchetti di vitello dello scorso fine settimana ecc. e improvvisamente avere un’illuminazione sul reale significato dell’espressione “terziario avanzato”.

 

- Consumare i pasti con la famiglia di origine: agli ultratrentenni maschi è consentito non più di una, due volte al mese. Frequenze superiori configurano la categoria dei semiemancipati: genia perniciosissima, come ben sa chiunque abbia avuto la sventura di fidanzarcisi.

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