Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi

Mercati ancora ko. E il prezzo del petrolio scenderà ancora

Mario Sechi
Le borse asiatiche hanno chiuso male. A Tokyo il Nikkei 225 è finito a -3,71%, l’indice Hang Seng a Hong Kong chiude a -3,82%, Shangai si ferma a -1,03%. Seguiranno Europa e Stati Uniti? Intanto, il barile ha toccato i 28 dollari, segnando un nuovo minimo. E ancora non è arrivato sul mercato il petrolio iraniano.

Santissimi Fabiano e Sebastiano.

 

Titoli. Montagne russe per le banche italiane in Borsa e lo scontro tra Bruxelles e Renzi. Il resto è una variazione sul tema con differenti inserti di politica tribale da un paese vicino (la Libia). Nota ruvida sul taccuino: la situazione italiana si sta incasinando. Primo caffè, Corriere della Sera: “Roma-Bruxelles, nuove scintille e prove di intesa”. Juncker vuole un interlocutore da Roma? Bene, Renzi non nomina un ambasciatore. Scelta piena di conseguenze inattese per chi non conosce le dinamiche delle riunioni di Bruxelles. Le riunioni degli ambasciatori preparano, i consigli ratificano. All’Italia servono le alleanze che oggi non ha. Tanti auguri. Commenti sul Corriere? Il migliore è la vignetta di Giannelli: “E’ iniziata la ripresa”.

 

 

Che fa Repubblica? Titola così: “Il Ppe: Renzi mette a rischio la Ue. Banche sotto tiro, nuovo crollo Mps”. Sintesi di una giornata di ordinario caos finanziario. Altro? Saltare la lettura di Rodotà, ricordarsi che domani c’è un albo di Tex. Andiamo avanti, giro di titoli. Carlino-Nazione-Giorno sono sulla scospirazione in stereofonia: “Renzi teme il complotto”. Bum. La Stampa titola come se fosse un giudice di un incontro di pugilato: “Migranti, un punto per Renzi”. Libero è ancora nel caveau e non ne uscirà per lungo tempo: “Sei giorni per farsi una banca” (vendita di Etruria & Co.). A Milano c’è la campagna elettorale, al Giornale la faccenda non sfugge: “Il mistero degli architetti di Expo che hanno fatto la supervilla di Sala”. Storia da approfondire. Il Messaggero arriva con il caffè ar vetro: “Sfida alla Ue, la mossa di Renzi”. Da segnalare sul Messaggero il ritratto che Mario Ajello dedica – giustamente – a Manfred Weber, “il mastino che morde in nome di Angela”. Soldi e finanza? Tutto a posto, crolla (quasi) tutto. MF titola serenamente: “Banche, gli sciacalli non mollano”. Il Sole 24Ore fa il punto tecnico e prova a mettere le cose al loro posto: “Copertura dei crediti deteriorati: Italia meglio della media europea”. Purtroppo, non sono tempi in cui vince la ragione. Buona giornata.

 

Mercati ko. Ancora borsa con la febbre asiatica e petrolio in picchiata. Le borse asiatiche hanno chiuso male. A Tokyo il Nikkei 225 è finito a -3,71%, l’indice Hang Seng a Hong Kong chiude a -3,82%, Shangai si ferma a -1,03%. Seguiranno Europa e Stati Uniti? Intanto, il barile ha toccato i 28 dollari, segnando un nuovo minimo. E ancora non è arrivato sul mercato il petrolio iraniano. E’ vero, il mercato anticipa gli eventi, sconta i prezzi, ma le quotazioni del greggio sembrano destinate a scendere ancora.  

 

Ambasciator che porta Renzi. Il presidente del Consiglio ha nominato Carlo Calenda ambasciatore permanente a Bruxelles. Mossa legittima, ma inedita. Renzi pensa che un politico in quel ruolo sia migliore di un ambasciatore. Bene, così in un sol colpo ha piallato tutta la diplomazia italiana. E’ una mossa che non ha precedenti. Quanti sono gli ambasciatori italiani nelle sedi estere? Centrotrenta, quante sono le nostre ambasciate o rappresentanze permanenti all’estero. Il premier non ha trovato un diplomatico su misura per la linea politica che intende seguire con l’Europa. Nota storica: quando Berlusconi immaginò di mettere Franco Tatò all’ambasciata a Berlino, ci fu la sollevazione dei parrucconi a getto d’inchiostro. Oggi tutto bene. I tempi cambiano. Vedremo se in meglio. Che clima troverà il buon Calenda a Bruxelles? Perfetto: è di fatto l’unico non ambasciatore tra 26 ambasciatori. Anzi, a dire il vero, c’è qualcuno che viene in soccorso della nomina eccentrica di Calenda. Il rappresentante permanente del Regno Unito in Europa si chiama Sir Ivan Roger, viene dalla finanza (Barclays), ma ha un’esperienza politico-diplomatica di lungo corso, top class.

Renzi, il grilletto e la pallottola d’argento. Il titolare di List ha raccolto un po’ di note sul taccuino e le ha trasferite sul Foglio. Elezioni anticipate nel 2017? Le mosse del premier conducono a quello scenario.

 

Occupazione record nel Regno Unito. A proposito di inglesi, via Agi: “In un contesto di frenata della ripresa europea, l'economia del Regno Unito continua a dare segnali di buona salute. A novembre il tasso di disoccupazione britannico è sceso al 5,1% dal 5,2%, toccando il minimo dal 2005”.

 

Libia. List segnala un tema e soprattutto un italo azzeccatissimo di Carlino-Nazione-Giorno: “Governo all’italiana”. Il Libia per fare il governo hanno dovuto trovare il posto a ben 32 ministri. Ricorda da vicino qualcosa? In Libia i clan tribali. In Italia i partiti.

 

Complicazioni precompilate. Audizione stamattina in Parlamento  della direttrice dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, tema il modulo precompilato 730: “Stiamo cercando di capire se dare a tutti una proroga di qualche giorno, stiamo facendo delle prove tecniche per verificare quale ritardo possa essere tollerato senza creare grave danno per 20 milioni di contribuenti”. Stanno cercando di capire, loro che l’hanno ideato. Figuriamoci il contribuente cosa può capire.

 

20 gennaio. Nel 1981 Ronald Reagan diventa il quarantesimo presidente degli Stati Uniti.

 

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