I Melrose

Andrea Frateff-Gianni

Edward St Aubyn
Neri Pozza, 456 pp., 18 euro

Ieri sera Sky Atlantic ha mandato in onda la prima delle cinque puntate di Patrick Melrose, serie tv interpretata da Benedict Cumberbatch, tratta dai romanzi di Edward St Aubyn che verranno ripubblicati nuovamente da Neri Pozza in un unico volume con il titolo “I Melrose”. Titanico romanzo di formazione tra aristocrazia ed eroina, la saga dei Melrose racchiude tutti e cinque i romanzi di St Aubyn che hanno come protagonista Patrick e la sua famiglia. Affresco dell’upper class inglese, ambiente dal quale proviene lo stesso St Aubyn, membro di una famiglia che può fregiarsi del titolo di baronetto sin dal 1671, il “long seller” è una sorta di discesa agli inferi dell’autore all’interno del quale non mancano molteplici riferimenti autobiografici. Patrick Melrose non è altro che l’alter ego letterario di Edward St Aubyn e i cinque romanzi, scritti in oltre 21 anni, sono paragonabili a un’infinita seduta psicanalitica che narra il raccapricciante calvario del protagonista tra fiumi di droghe, alcol, violenze, abusi, collassi e resurrezioni. Tutto comincia quando Patrick ha cinque anni, durante una giornata di d’estate a Lacoste, in Francia. Protagonista del primo agghiacciante capitolo della saga “Non Importa” è il padre, sadico sociopatico che si diverte a infliggere ai propri famigliari sevizie di ogni genere.
La storia prosegue anni dopo. In “Cattive notizie” Patrick ha ventidue anni e lo osserviamo mentre vaga barcollante per New York, strafatto di ogni tipo di sostanza e impegnato a recuperare le ceneri del padre. Nella terza parte “Speranza” Patrick è ormai miracolosamente disintossicato, pasteggia a perrier, studia da avvocato e osserva con distacco e cinismo un party esclusivo e ultrasnob al quale suo malgrado è costretto a partecipare. Lo status derivato dalla nascita e dalla provenienza è un qualcosa da preservare e difendere con le unghie e con i denti, mentre il lavoro è disprezzato, considerato privo di valore. La saga prosegue con “Latte Materno”. Patrick ha ormai 40 anni e il capitolo è dedicato all’alcolizzata madre Eleanor, vecchia e malata in cerca dell’eutanasia che, incapace di prendersi cura del figlio, presa da assurde manie new age e filantropiche, decide di diseredarlo.
Il tutto si conclude con “Lieto fine” e con il funerale della madre. Qui Patrick è obbligato a chiudere tutti i conti con il passato e concludere l’esplosivo ciclo delle disavventure della propria famiglia. Il romanzo, pur nella sua tremenda tragicità, ha il pregio di essere scritto con prosa fluente e sofisticata a metà tra Fitzgerald e il miglior Bret Easton Ellis.

 

I MELROSE
Edward St Aubyn
Neri Pozza, 456 pp., 18 euro

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