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Lettere al direttore
Ripiombati in un mondo in cui essere ebrei è diventata una colpa
Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore - Commemorando le vittime della strage di Sydney all’assemblea nazionale del Pd, Elly Schlein ha detto: “Sembra [sic] un vero e proprio attentato contro la comunità ebraica. Vogliamo esprimere la nostra vicinanza e solidarietà. Dobbiamo fermare questa spirale di odio e intolleranza” (virgolettato Ansa). Bene. Ora aspettiamo qualche atto, simbolico e politico, coerente con questi buoni propositi. Provo a dare qualche suggerimento. 1) Visita immediata della segretaria al Tempio Maggiore di Roma. 2) Invito ai sindaci dem affinché revochino la cittadinanza onoraria alla signora Francesca Albanese. 3) Fare proprio il disegno di legge per rafforzare la lotta contro l’antisemitismo presentato dal senatore dem Graziano Delrio. 4) Impegno a condannare con fermezza ogni manifestazione che inneggi alla “Palestina libera dal fiume al mare”. 5) Impegno a dissociarsi apertamente da ogni iniziativa di docenti e collettivi studenteschi volta a interrompere la collaborazione con università e centri di ricerca israeliani. 6) Riflessione critica sull’uso sconsiderato del termine “genocidio” nella battaglia di Gaza. 7) Convegno culturale di alto livello, con la senatrice Liliana Segre ospite d’onore, per discutere sui rapporti tra il campo progressista e gli ebrei. 8) Direzione straordinaria del partito, per impostare una campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sui rischi che corre la convivenza democratica di fronte al montante antisemitismo. Chiedo troppo? No, ancora troppo poco. Arturo Marzano e Guri Schwarz hanno dimostrato che in tutta la stampa italiana, e in particolare in quella di sinistra, dopo la tragedia di Sabra e Chatila (settembre 1982), si diffusero due immagini: quella degli ebrei come nuovi nazisti e quella del popolo biblico, protagonista di una storia di sopraffazione e violenza (“Attentato alla Sinagoga. Roma, 9 ottobre 1982. Il conflitto israelo-palestinese e l’Italia”, Viella, 2013). Cara Schlein, dopo quasi mezzo secolo, non è arrivato il momento di fare chiarezza?
Michele Magno
Sarebbe sufficiente prendere sul serio, e alla lettera, quello che ha detto ieri al Corriere della Sera Edith Bruck, sopravvissuta ad Auschwitz. Essere ebrei, ha detto Bruck, è diventata una colpa, e noi “veniamo perseguitati semplicemente per il nostro essere ebrei”. Bisognerebbe forse chiedersi se chiudere gli occhi di fronte all’antisemitismo mascherato da antisionismo sia stato e sia il modo migliore per mettere in campo quel famoso “mai più”.
Al direttore - Dopo uno slancio vitale per favorire le madri lavoratrici diversamente giovani a lasciare anticipatamente il lavoro per dedicarsi ai figli e alla propria vita, il governo ha cancellato le soluzioni previdenziali di favore per il genere femminile. Siamo passati da opzione donna a opzione nonna.
Con i migliori saluti.
Roberto Alatri
Al direttore - Ma se le vittime di Sydney oltre che ebrei, fossero anche sionisti, secondo i relatori dell’Onu non sarebbe una strage, ma un episodio della resistenza?
Giuliano Cazzola
Al direttore - Mi permetto di riprendere una parte di quanto scritto da Giulio Meotti, e cioè che Amnesty International non è un’organizzazione neutrale che “sbaglia i tempi” è un attore politico che ha scelto di trattare Israele usando una solerzia maggiore, nel rappresentarlo come un paese criminale. In certe situazioni anche omettere una notizia per tanto tempo è come mentire. Non amo fare accostamenti di un certo tipo, in particolare quando si tratta di argomenti come questi, ma, anche alla luce di tutte le manifestazioni a livello internazionale contro Israele, non posso fare a meno di trovare delle analogie con quella che viene catalogata come una grande menzogna, cioè quello che Hitler scrive nel libro “Mein Kampf” riguardo al fatto che esistesse una cospirazione ebraica internazionale, causa di tutti i mali della Germania; menzogna che serviva a sollevare gli altri da ogni responsabilità.
Elisabetta Cimadomo