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lettere al direttore
Gli “ismi” impediscono di crescere. L'Ilva è la punta, l'Italia è l'iceberg
Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore - Ma in definitiva, dalle parti di FdI l’hanno capito che Sergio Mattarella non è Oscar Luigi Scalfaro?
Luca Rocca
Al direttore - In qualità di fondatore della gloriosa e compianta Flm vorrei inviare, tramite la cortesia del Foglio, qualche considerazione rivolta ai dirigenti dei metalmeccanici nel momento in cui stanno organizzando iniziative di mobilitazione e di lotta negli stabilimenti ex Ilva. Dopo aver subìto la demolizione di una grande acciaieria produttiva – in regola con le disposizioni europee sulla lavorazione dell’acciaio – per mano di una coalizione tra magistratura ideologica, ambientalismo radicale e istituzioni opportuniste, che ha persino impedito con tutti i mezzi misure di risanamento; dopo aver tollerato che venisse cacciata l’unica impresa (Arcelor Mittal) in grado di salvare gli impianti e garantire una prospettiva; dopo che aver assistito impotenti allo spegnimento degli altiforni; dopo esservi illusi con l’ossimoro dell’acciaio green esprimete giustamente la preoccupazione che l’assassino premeditato dell’ex Ilva abbia luogo con le drammatiche conseguenze sull’occupazione e sull’economia dei territori. Ma da professionisti esperti delle cose del mondo vi sarete accorti che l’attuale assetto produttivo non è in condizione di produrre acciaio ma soltanto di friggere le uova? E che per questa attività non servono diecimila occupati, mentre per garantire l’indotto bastano alcuni pollai? Bisognava pensarci prima senza timori reverenziali e soggezione culturale verso i propri avversari.
Giuliano Cazzola
La storia di Ilva, purtroppo, è una storia drammatica, attraverso la quale è possibile smascherare molti “ismi” che tengono intrappolata non solo l’Ilva ma anche l’Italia. Ambientalismo ideologico, populismo giudiziario, immobilismo politico, autolesionismo sindacale, incapacità politica. Sarebbe bello, e quasi consolatorio, dire che questi problemi riguardano solo un’acciaieria. Purtroppo, questi “ismi” sono gli stessi che impediscono all’Italia di crescere, di prosperare, di competere, di diventare grande. L’Ilva è la punta, l’Italia è l’iceberg. Chissà se anche Meloni, come i suoi predecessori, fallirà o troverà un modo per scartare. Dipende solo da lei.
Al direttore - A proposito dell’articolo di ieri su Più libri più liberi. Capisco e spesso apprezzo il giornalismo corsaro del vostro quotidiano. Ma non il corsarismo quando trasforma in burla una chiacchierata che voleva essere seria e rispettosa. Io sarò posato e senile ma non così tanto da non capire e spesso condividere le ragioni di movimenti culturali, e tra questi il wokismo, che dal basso hanno cercato di portare un po’ più di giustizia nel mondo. E mi dispiace doppiamente che il corsarismo si sia spinto fino a cercare la contrapposizione con scrittrici e scrittori che ammiro e dei quali sono amico da decenni, in primis Chiara Valerio. Saluti.
Giorgio Zanchini
Chiacchierata riportata in modo fedele. Grazie della lettera e delle precisazioni, di cui ovviamente prendiamo atto. Viva Giorgio Zanchini.