
Ansa
Lettere
Qualcosa da sapere su Francesca Albanese prima di farne un santino
Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore - Sulla base dei criteri stabiliti dalla Corte di giustizia europea, ai migranti dovrebbe essere proibito di sbarcare in Italia perché non è un paese sicuro. Secondo le opposizioni e i loro manutengoli nei media e nel deep state, è al potere un regime che, pur rappresentando solo una minoranza di elettori, intende comprimere le libertà fondamentali, si appresta a minare l’indipendenza della magistratura e a stravolgere in chiave autoritaria la Costituzione, continua a trescare con la mafia e si rifiuta di abiurare il fascismo, continuando così (copyright di Paolo Bolognesi) “a innaffiare le radici dell’albero dai frutti avvelenati”.
Giuliano Cazzola
Al direttore - Caro Cerasa, il governo di Gerusalemme alla fine deciderà di occupare militarmente Gaza? Sarebbe una scelta destinata ad approfondire le divisioni (sempre più forti) nella società civile e nella società politica israeliane. Un segno di debolezza, più che di forza. E’ proprio quello che sperano Hamas e quanti prosperano con l’economia di guerra. Ad esempio, i tredicimila dipendenti dell’Unrwa. E’ il team dell’Onu più numeroso al mondo. Tutto concentrato in un fazzoletto di terra. Si occupa dei “rifugiati palestinesi” da decenni. Mai integrati, mai sistemati dignitosamente, nonostante le enormi quantità di beni e di denaro che ha gestito. Del resto, senza “rifugiati” l’Unrwa chiuderebbe. E con lei molti contratti a tempo indeterminato. Che poi qualche suo dipendente abbia anche partecipato al pogrom del 7 ottobre, sono dettagli. Per non parlare, inoltre, della presenza di ben settantanove ong, una ogni quasi due chilometri quadrati. Tutte dedite a condannare i massacri dell’Idf in una zona controllata da un gruppo terroristico armato fino ai denti. Che poi parte degli aiuti umanitari finiscano in contanti a Hamas, oppure che cemento e metallo vengano sottratti alle case per finire nei bunker, sono dettagli. Infine, la presenza di mille e trecento giornalisti palestinesi. Una gigantesca sala stampa all’aperto. Fotografi, videomaker, cronisti embedded (con Hamas, non con l’Idf). E i tunnel, le armi nelle scuole e negli ospedali, i missili sotto le moschee? Silenzio. In cambio, Hamas fornisce i dati, le ong raccolgono le “testimonianze”, i giornalisti locali le impacchettano, l’Unrwa le certifica. A Gaza, insomma, la pace costerebbe troppo. A Gaza la pace non conviene.
Michele Magno
A proposito di Onu, a proposito di Gaza. Si è fatto un gran parlare, ultimamente, del caso di Francesca Albanese, e delle, per così dire, controverse dichiarazioni della relatrice Onu sulla guerra in medio oriente. Se ne è parlato molto perché, eccedendo, Albanese è stata addirittura sanzionata dagli Stati Uniti, in quanto avrebbe portato avanti “una campagna di guerra politica ed economica contro gli Stati Uniti e Israele”. La patria del Free Speech, forse, potrebbe pensare a iniziative migliori per provare a portare avanti battaglie finalizzate a difendere la libertà, e le sanzioni sono francamente esagerate. Ma in questi giorni in cui Albanese è stata trasformata in un modello da seguire da parte di un pezzo importante della sinistra italiana si è scelto di rimuovere dal dibattito pubblico quelle che sono le frasi usate, pubblicamente, dalla stessa Albanese, che lavora all’Onu come detto, proprio sul tema Israele. Forse vale la pena rimetterle in fila. Albanese ha definito gli Stati Uniti “una nazione fondata sul genocidio” (25 aprile 2025). Nel febbraio del 2024 ha detto che “le vittime del 7/10 non sono state uccise a causa del loro ebraismo, ma in risposta all’oppressione di Israele”. Ha paragonato “Israele al Terzo Reich” (25 luglio 2024). Ha espresso la sua “piena solidarietà” a un esponente dell’associazione terroristica Pflp, Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, sanzionato dal dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti. Per non parlare del fatto che, in passato, ha scritto che l’America è “sottomessa alla lobby ebraica” (31 luglio 2014). La libertà d’espressione è sacra, anche quando si dicono stupidaggini. Ma prima di trasformarla in un santino e darle le chiavi non di una città ma della sinistra italiana, prendere fiato e poi riparlarne.
Al direttore - Dall’ elenco dei libri sulla AI mancano almeno due titoli, meno filosofici e più concreti. So che sono libri che richiedono attenzione ma li ritengo molto attuali: “E poi arrivò DeepSeek”, di Mafe de Baggis e Alberto Puliafito, e “Intelligenza artificiale in 4D” di Alberto Danese e Stefano Gatti. Sono libri molto suggeriti dagli utenti di Linkedin.
Lucio Benussi
Al direttore - Nel complimentarmi comunque per la splendida rubrica, vorrei segnalare a Stefano Lorenzetto che il Cristo Pantocratore raffigurato nell’abside del duomo di Monreale, così come in quella del duomo di Cefalù, presenta il pollice della mano destra unito a mignolo e anulare e non a indice e medio, come da egli riportato. Cordialmente.
Paolo Bellamio