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Lettere

Meloni e Salvini fanno bene quando fanno l'opposto di quel che dicevano

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Sulle accise, Giorgia Meloni ha ragione. L’esperienza delle bollette dimostra che le cose possono anche divenire meno drammatiche se si affrontano i problemi nel modo opportuno. Nell’autunno scorso i talk-show del “nostro scontento” esibivano scenari drammatici e invocavano uno scostamento di bilancio di 30 miliardi dimenticando che il governo Draghi era già intervenuto con aiuti di importo almeno doppio. Ancora una volta “io sono Giorgia” di governo ha sconfessato quella di opposizione. La coerenza è un problema suo, ma l’adozione di scelte giuste va soprattutto a nostro vantaggio.
Giuliano Cazzola

 

Quando Meloni e Salvini fanno l’opposto di quel che dicevano di solito fanno sempre la cosa giusta.



Al direttore - Il ministro vuole alzare i prezzi dei musei italiani per “adeguarli a quelli europei”. Questi sovranisti sono pieni di sorprese.
Giancarlo Loquenzi 

 

Allegra proposta al ministro Sangiuliano: allestire un museo dedicato al culto del nazionalismo per dare agli archeologi la possibilità di conservare in qualche preziosa teca ciò che resta della propaganda sovranista. 


 

Al direttore - Bisogna ringraziare la Rai che in collaborazione con i produttori di Stand by me ha realizzato una bellissima serie dedicata al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Era opportuno che il servizio pubblico radiotelevisivo rendesse omaggio a uno degli eroi più importanti dell’Italia contemporanea. Il generale Dalla Chiesa fin dalla giovane età, in Sicilia e poi in tutta Italia, si è battuto contro tutti i fenomeni dell’illegalità, dalla mafia al terrorismo. E ha creato un approccio efficiente e innovativo soprattutto nei confronti del terrorismo politico brigatista. Questa serie, trasmessa dalla Rai, mostra finalmente le Brigate Rosse in tutta la loro cruda e drammatica realtà criminale. Le Brigate Rosse hanno rappresentato una delle peggiori e più oscure pagine della recente storia italiana. La loro ideologia marxista, i loro ambigui rapporti con tanti ambienti della sinistra e la loro ferocia viene messa in chiara luce da questa serie. Mentre in altri contesti le Brigate Rosse sono state dipinte in un altro modo. Non esito a dire che nei film o, ad esempio, negli sceneggiati di Marco Bellocchio, c’è una sorta di “rispetto” nei confronti dei brigatisti rossi. C’è un’ambiguità del messaggio. Con un Moro ucciso ma poi forse, nei sogni onirici dell’autore, ancora vivo, perché risparmiato dai brigatisti. La serie su Dalla Chiesa ci dice invece la verità sulle Brigate Rosse. Altri prodotti sono apparsi reticenti, con il rischio di offrire un’immagine non completa di chi ha caratterizzato una pagina drammatica e sanguinosa della vita italiana. “Il nostro generale” colma un vuoto e propone, finalmente, la verità della storia.
Maurizio Gasparri

 

Una serie che promette bene, caro Gasparri, e ricordare Dalla Chiesa è un servizio pubblico con i fiocchi, ma onestamente il rispetto di Bellocchio verso i brigatisti, nonostante il passato marxista-leninista di Bellocchio, mi pare rientri  nella categoria dei sogni onirici di chi vuole vedere qualcosa anche quando quel qualcosa non si vede.


 

Al direttore - Preciso che nell’articolo di Ermes Antonucci sono stato indicato a capo della giunta della sezione Piemonte VdA dell’Anm. Lo ero. Dal 1° novembre 2022, il presidente della Giunta è il dr Enrico Arnaldi di Balme, esponente di Area e quindi la giunta attualmente è a guida Area. Il dato non mi pare irrilevante e sarei  lieto di una rettifica in tal senso. 
Grazie molte e buon lavoro.

Cesare Parodi

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