
La sinistra e la corruzione in Europa, o la terza via del benaltrismo
Chi ha scritto al direttore, Claudio Cerasa. Le lettere del 20 dicembre 2022
Al direttore – L’articolo 1 secondo Antonio Panzeri: “Il Parlamento europeo è un’istituzione fondata sulla mazzetta. La sovranità appartiene agli sceicchi che la esercitano nelle forme e nei limiti che fa loro comodo”.
Massimo Teodori
A proposito di Panzeri, caro Teodori, c’è un tema forse più interessante che vedo emergere negli ultimi giorni e che mi sembra stia diventando un cavallo di battaglia di un giornale importante, come la Stampa. La questione è più o meno questa, come ha sintetizzato bene ieri il sindaco di Bergamo Giorgio Gori: “Dunque lo schifo di Bruxelles è colpa della mutazione dei comunisti in riformisti, dell’affievolirsi della critica al capitalismo, della terza via blairiana. I soldi stavano a casa di un esponente di Art.1, non proprio un neoliberista, ma le mani sporche sono sempre degli altri”. In sostanza, s’avanza una stravagante interpretazione della realtà: la corruzione in Europa, anche quando potrebbe riguardare la sinistra, è colpa della trasformazione della sinistra in una costola della destra neoliberista. La terza via del benaltrismo. Che bellezza!
Al direttore - C’è qualcosa che non torna nella dolente narrazione, egemone a sinistra, di un’Italia quasi sull’orlo dell’indigenza a causa delle “politiche neoliberiste”: potere d’acquisto di salari e pensioni che diminuisce, povertà che aumenta, lavoro sempre più scarso e precario, tenore di vita delle famiglie stressato dal costo del gas e della luce. Se ciò è vero (in parte), è anche vero che siamo un paese al primo posto in Europa per possesso di abitazioni, autoveicoli, cellulari. Al secondo per animali da compagnia. Un paese in cui il giro d’affari legato al gioco d’azzardo – legale e illegale – sfiora la cifra incassata dall’Irpef. Un paese che, per conoscere il futuro da maghi e fattucchiere, spende più di quanto viene accantonato annualmente per i fondi pensione. Un paese in cui sono più di otto milioni i pensionati assistiti totalmente o parzialmente dalla fiscalità generale, tre milioni i beneficiari del reddito di cittadinanza e altri tre milioni i beneficiari degli ammortizzatori sociali: moltiplicati per il numero medio di persone a carico, sono circa venti milioni di cittadini che, in un modo o nell’altro, vengono assistiti dallo stato. Per altro verso, come è noto, siamo un paese che ha un debito pubblico gigantesco, un’evasione fiscale e un’economia sommersa stratosferiche, e che tra quelli dell’area Ocse vanta il triste primato (dopo la Turchia) del più alto indice di analfabetismo funzionale, mentre è in coda alla classifica per dinamica della produttività e per investimenti nella ricerca. Morale della favola: di fronte a questi dati, il problema è il neoliberismo o un neoassistenzialismo di massa che sottrae risorse allo sviluppo produttivo e deprime la voglia di intraprendere e di rischiare nel Mezzogiorno? Lo chiedo anzitutto agli amici del Pd, impegnati in un percorso congressuale che si concluderà con un nuovo manifesto dei valori. Del resto, si sa, quando scarseggiano le idee, i valori abbondano.
Michele Magno