Josè Mourinho (Ansa)

Lettere

Chi detta la linea. Perché ci vorrebbe un Mourinho alla guida del Pd

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Al prefetto che ha definito 35 migranti un “carico residuale” ho inviato una copia di un breve scritto di Luigi Einaudi, “Via il prefetto!” (1944). 
Michele Magno

A proposito di carichi residuali. Quando si parla di immigrazione e quando si parla di destra viene naturale chiedersi come sia possibile che i nazionalisti che adorano lo stato quando si parla di immigrazione siano gli stessi che l’aborrono quando si parla di vaccinazione.


 

Al direttore - “Volpato dal primo minuto? L’unico giocatore sicuro è Ibañez. Quindi Ibañez più altri dieci. Da quando sono qui ha sempre dato tutto, ha giocato a volte in condizioni fisiche impossibili e ci ha sempre messo la faccia”. Ho letto questa frase pronunciata da Mourinho dopo i disastri combinati da Ibañez nel derby, e da non romanista non posso che dire, ancora una volta, grazie Mou. 
Maria Dattoli

Un leader che guida il suo team senza farsi dettare la linea dai social. Cercasi urgentemente un Mou alla guida del Pd.




Al direttore - Il 7 novembre è il giorno in cui ricorre quella che era considerata la data simbolo della Rivoluzione d’ottobre (l’Impero dello Zar non aveva ancora adottato la riforma gregoriana del calendario). Prima della entropia che provocò, dal 1989 in poi, la dissoluzione del blocco dei paesi del socialismo reale la giornata del 7 novembre veniva celebrata con grandi festeggiamenti a Mosca sulla Piazza Rossa. Enorme era l’esibizione della potenza militare, erano presenti delegazioni da tutte le parti del mondo (ai rappresentanti del Pci toccava un posto di riguardo), mentre il vertice del Pcus, schierato in ordine di gerarchia (da ciò si poteva desumere anche l’effettivo assetto di potere) osservava con orgoglio lo svolgersi della manifestazione. Quell’evento del novembre del 1917 che, nonostante tutto, ha rappresentato un passaggio della storia che ha segnato gran parte del “secolo breve’’ e il destino di centinaia di milioni di esseri umani, è uscito dai radar della politica. Putin ha rubato ai putiniani persino la loro festa. Da noi è bastato cambiare quel nome che nel 1921 fu la condizione indispensabile per entrare a fare parte della III Internazionale. Oggi del 7 novembre non si ricorda più nessuno. Come se i cristiani avessero dimenticato il 25 dicembre.
Giuliano Cazzola

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