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Lettere

Che guaio parlare così poco di scuola in campagna elettorale

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Con una settimana di anticipo, è tornato sul piccolo schermo uno dei talk più pittoreschi del servizio pubblico. Ospiti di riguardo, neanche a dirlo, Marco Travaglio e Alessandro Orsini. Il primo ha ribadito che Mario Draghi è uno dei peggiori, se non il peggiore, presidenti del Consiglio della storia repubblicana. Il secondo che l’esercito di Zelensky (non quello di Putin) sta distruggendo l’Ucraina. Malafede o stupidità? Mi consenta una breve digressione letteraria per dare una risposta. Uno dei personaggi della “Nausea” di Jean-Paul Sartre, l’Autodidatta, legge le opere che trova in biblioteca per ordine alfabetico d’autore, rinunciando a qualsivoglia criterio selettivo. “L’uomo senza qualità” di Robert Musil racconta come il generale Stumm von Bordwehr catalogasse le principali correnti filosofiche alla stregua di eserciti contrapposti: su un fronte gli empiristi, sull’altro i razionalisti; di qua gli idealisti, di là i materialisti. Ma le idee, poiché non obbediscono a ordini e schieramenti precostituiti, si prendono gioco di lui. L’Autodidatta e il generale sono con ogni probabilità altrettanti omaggi a Bouvard e Pécuchet, i protagonisti del romanzo omonimo di Gustave Flaubert. Come loro, ce la mettono tutta per farsi passare per competenti, ma di fatto restano due splendidi idioti. Dopo l’opera eponima di Miguel de Cervantes, Alberto Arbasino considerava quel romanzo come il libro più bello del mondo: “La fascinazione per la bêtise, per la stronzaggine umana, da nessun autore è mai sentita con un’ingordigia così entusiastica e parossistica”. In questo senso, i due copisti sono i veri precursori del nostro tempo, gli eroi trasversali della presunzione che, con la loro zavorra di ottusità e di pregiudizi inscalfibili, si affacciano imperturbabili sulla moderna società dello spettacolo. E allora: aridatece la grigia, monotona, noiosa, soporifera Tribuna politica di Jader Jacobelli. Talvolta c’era il rischio di addormentarsi, è vero, però i contaballe e le loro minchiate non avevano il diritto di asilo che hanno oggi.
Michele Magno


A proposito di talk pittoreschi. Diceva sempre Jean-Paul Sartre: “Si è sempre responsabili di quello che non si è saputo evitare”.



Al direttore - Ma lei ha capito come mai la scuola continua a essere in fondo agli interessi della politica e della società italiana? Perché si discute sempre di dettagli (banchi a rotelle, sabato a casa…) e mai di questioni sostanziali come valutazione dei docenti o reale autonomia degli istituti? Anche a questo giro di campagna elettorale la situazione è sconfortante, ma non dobbiamo biasimare i politici: se ai genitori non interessa capire come mai molti dei loro figli dopo 13 anni di scuola faticano a leggere un articolo di giornale.
Leonardo Eva

Gli studenti non votano, i pensionati sì. Risultato: molte idee su come andare prima in pensione, poche idee su come dare nuova linfa alla scuola. Più che un peccato, un delitto politico.

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