Orsini, professione epurato

Salvatore Merlo

Miracolo alla Rai: trasformare un bislacco della tv trash come il prof. ex Luiss, ora firma del Fatto Quotidiano, in un perseguitato politico

Non lo conosceva nessuno, era praticamente un invisibile, ma appena il professor Alessandro Orsini ha abbandonato l’accademia e ha cominciato a mitragliare spropositi in onda media è diventato popolarissimo. In pratica, non appena questo sociologo della Luiss ha preso a minchioneggiare in diretta televisiva come il protagonista spiritato di “Quinto potere”, il film di Sidney Lumet,  ecco che  si è trasformato in una stella della prima serata. Un eroe della libertà di pensiero. Censurato persino dalla sua stessa università. E per questo, tanto più censurato tanto più invitato. Ricercatissimo  in quell’universo di cetrioli caricati a molla che nel nostro paese va sotto il nome di talk-show. Ebbene, la scoperta iniziale del professore idolo dei putiniani d’Italia pare la si debba all’innegabile talento di Corrado Formigli, il conduttore di “PiazzaPulita”, un infaticabile  cercatore di pepite nella vasta miniera delle stramberie nazionali.

  

   

Ma la definitiva fortuna di Orsini, la sua consacrazione, l’elevazione finale, per così dire, questa si è consumata soltanto giovedì mattina quando la Rai, bontà sua, dopo avergli fatto un contratto televisivo da 12.000 euro si è pentita e gliel’ha stracciato davanti.  In un lampo, la televisione di stato e i suoi sempre acuti dirigenti hanno così conferito al professore mattocchio la più ambita delle lauree del nostro paese, una medaglia che in Italia vale assai più del premio Nobel: il titolo ufficiale di epurato. Cacciato. Scomodo.   E vale dunque  la pena di ricordare che qui da noi, nel paese dove  più comodo di uno “scomodo” c’è solo il Papa, s’intende per epurazione il particolare stato d’animo, emotivo e psicologico, che coinvolge  chi  ha perso il suo palcoscenico e di conseguenza ne guadagna (di palcoscenici) altri cento.

E’ una ambitissima condizione che richiede molta comprensione di sé, molto tempo e grande impegno. In principio fu l’editto bulgaro. Da allora in poi chiunque venga tagliato da un palinsesto tv ritiene in buona fede d’essere Michele Santoro o Enzo Biagi, se non Piero Gobetti. E ovviamente, come accade per le onorificenze al merito, è a quel punto un epurato a vita. Si professionalizza. Ne fa un mestiere. E in quanto epurato e imbavagliato non la smette più di parlare e di comparire.    Insomma: altro che i duemila euro a puntata che gli voleva dare la Rai. Bazzecole. Adesso Orsini ne vale almeno quattromila. Chi offre di più? Quei campioni dell’ingegno che dirigono la Rai erano entusiasti di avere sottratto un pezzo del trash alla concorrenza, ma accortisi d’avere creato un pasticcio politico   sono finiti col restituire il medesimo personaggio del trash alla concorrenza da cui l’avevano preso. Ma potenziato. Ingigantito. Raddoppiato di valore sul mercato dei bislacchi. Con le stellette da perseguitato. “Stasera Orsini viene da noi”, ha annunciato subito La7.  Ora potrà anche raccontare che Draghi voleva mettergli la mordacchia. Si prenotano Giordano, Porro e Giletti. E’ la Rai, bellezza: di tutto, di più.

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  • Salvatore Merlo
  • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.