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Lettere

Le cinquanta sfumature di estremismo del regime di Putin

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

Al direttore - Al Bano ha detto che non canterà più in Russia. Per Putin è finita.
Michele Magno


 

Al direttore - Il sentimento popolare dell’opinione pubblica italiana ed europea sulla tragica invasione dell’Ucraina è di profonda indignazione. Un sentimento che si manifesta con la grande gara di solidarietà di famiglie e di stati e con la commovente accoglienza dei profughi da parte di quei polacchi che nel recente passato non sembravano essere campioni di generosità. Una indignazione che sta alimentando anche la cosiddetta legione straniera degli occidentali pronti ad andare in battaglia contro l’invasore russo per difendere valori come le libertà dei singoli e dei popoli. Un forte sentimento popolare, dunque, che potrebbe sollecitare anche comportamenti generosi ma improvvidi sul terreno della politica e su quello militare. Lo scontro dentro l’anima popolare è proprio tra gli slanci generosi di ciascuno e di molti e la necessaria prudenza per non mettere benzina sul fuoco. Questo è il compito primo della politica, la cui grandezza si appalesa in simili occasioni in cui la posta in gioco sono i grandi valori e la vita di migliaia di persone, tra cui donne, bambini e anziani. E’ il terreno del compromesso, insomma, che è quello proprio quando si scontrano valori alternativi quali libertà e autoritarismo, generosità e prepotenza, umanità e cinismo, cultura e ignoranza. L’occidente, ma non solo, avverte che la minacciata libertà dell’Ucraina è la libertà di tutti e si colloca non nello scontro di civiltà come qualcuno afferma ma tra la civiltà e l’autocrazia, culla permanente dell’ignoranza di una élite. Attenti, però, perché sullo sfondo di questi scontri si intravede all’orizzonte riemergere un duro confronto tra due modelli di società. Ci riferiamo alla resurrezione di quel comunismo che pensavamo definitivamente crollato dopo la caduta del Muro di Berlino e la dissoluzione dell’Unione delle repubbliche sovietiche (Urss). Quel comunismo oggi si presenta sotto due versioni, quella volgare e prepotente della Russia di Putin e della Corea del nord di Kim Jong Un e quella sofisticata e colta della Cina di Xi Jinping unite, però, in un comune versante: quello della soppressione della democrazia politica e delle libertà civili. Il comunismo cinese oggi è infastidito dall’atteggiamento di Putin, che rischia di fare alzare dall’occidente un nuovo muro verso tutti i comunismi e le loro iniziative (vedi la famosa Via della seta) quali che siano le versioni nazionali ma, nel frattempo, coglie l’occasione per diventare il vero e unico interlocutore dell’occidente liberale facendo regredire l’uomo del Kgb russo a un piccolo despota di un paese grande territorialmente ma piccolo e modesto sul terreno politico ed economico. Le pressioni di Biden e di Macron in questa direzione sono il riconoscimento del nuovo ruolo di  Xi Jinping e della sua Cina. In questo nuovo quadro geopolitico che ricorda tanto quello antico, l’occidente deve smettere di pensare di esportare la democrazia insieme ai propri interessi economici e finanziari scegliendo, al contrario, il confronto sul terreno dell’economia e della riduzione delle diseguaglianze sociali esplose in questi ultimi trenta anni nelle sue grandi democrazie liberali. Guai a lasciar crescere il binomio democrazia-miseria di massa contro autoritarismo-benessere ridotto ma diffuso. Una sfida, dunque, politica, culturale ed economica tra due modelli, quello liberale e quello comunista, che ancora oggi tornano a confrontarsi duramente scivolando anche in episodi violenti e drammatici come quello dell’Ucraina, in cui ricompaiono bombe e stivali dietro ai quali campeggiano sempre culture che pensavamo scomparse o largamente indebolite. Così purtroppo non è. E la falsa lettura degli ultimi trenta anni è improvvisamente sparita e mai come oggi si richiedono prudenza e forte determinazione nel difendere valori dell’umanità non negoziabili, cercando alleanze sempre più ampie perché ancora una volta vincano la libertà e la democrazia. 
Paolo Cirino Pomicino

Visione suggestiva, ma temo non corrispondente del tutto alla realtà. Il putinismo, nel recente passato, ha dimostrato di non avere un solo colore. Ha molti colori. Più o meno cinquanta sfumature di estremismo, con cromature di estrema destra che superano spesso quelle dell’estrema sinistra.

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