Gombloddo internazionale contro Conte? Nein. La rimozione dell'occidente su Hamas

Le lettere al direttore Claudio Cerasa dell'8 giugno 2021

Al direttore - Leggo che la svolta di Conte alla guida del M5s sarebbe quella di portare il M5s fuori dalla maggioranza. Dal complotto contro Conte a quello contro Draghi?
Luca Marroni

Ci andrei cauto. Segnalo anzi un formidabile passaggio dell’intervista rilasciata ieri da Giuseppe Conte al Corriere della Sera. “Complotto contro di me? Nessuno ha mai pensato a un complotto internazionale. Il mio governo ha sempre ricevuto forte sostegno dalle cancellerie europee, anche perché, se non l’avesse avuto, l’Italia non avrebbe ottenuto l’affidamento per i 209 miliardi del Recovery”. Traduzione: quelli che avrebbero dovuto tramare contro di me, le famose cancellerie internazionali, non avrebbero potuto tramare contro di me, perché con me hanno lavorato con profitto per dare all’Italia i soldi che oggi si ritrova via Recovery Fund. Gombloddo? Nein. Un abbraccio forte a Marco Travaglio. 

 
Al direttore - Durante la “Cena Trimalchionis”, l’unico grande frammento superstite del “Satyricon” di Petronio, tra portate sfarzose e goffe esibizioni poetiche del padrone di casa, i convitati – liberti arricchiti, funzionari municipali corrotti, mogli vanesie e tiranniche – discettano a ruota libera di politica e cultura, lamentando la decadenza dei costumi nell’epoca neroniana. A un certo punto del luculliano banchetto prende la parola Echione, uno straccivendolo. Mestiere che allora aveva una rispettata funzione sociale. A Roma, infatti, il “collegium centonariorum” (una sorta di associazione di pompieri) usava gli stracci (“centones”) per spegnere gli incendi. Rivolto all’unico vero letterato presente al simposio, il retore Agamennone, Echione gli chiede col suo linguaggio sgrammaticato: “Quia tu, qui potes loquere, non loquis?” (Perché, tu che sai parlare, non parli?). Perché era un intellettuale serio, verrebbe da dire pensando ad alcuni tuttologi odierni, loquaci ospiti fissi di quelle moderne “Cenae Trimalchionis” che sono certi salotti televisivi.
Michele Magno

 

Al direttore - La natura rifugge il vuoto, diceva Aristotele. Il principio vale anche in politica. C’è stato un tempo in cui i grillozzi hanno inteso riempire loro il vuoto cavalcando la retorica dell’anticasta. Ora che è chiaro a tutti che era solo retorica, ecco Conte che ancora si illude di riempire il vuoto (che resta) con un altro vuoto. Non è meraviglioso? 
Luca Del Pozzo 

 

Al direttore - Il contesto è critico – annotava Bernard Lewis – il quale spiegava che il trionfo di Gandhi era dovuto al fatto che il suo avversario era una nazione democratica, perché contro Hitler o Stalin non sarebbe durato un secondo. Per Gandhi, invece, il contesto doveva essere irrilevante, visto che aveva consigliato agli ebrei di attuare la resistenza passiva contro Hitler. Essere un sant’uomo, evidentemente, non richiede elasticità mentale. Da conflitto a conflitto, oggi vediamo che gli attacchi missilistici contro Israele da parte di Hamas hanno luogo nel contesto di una molteplice rimozione: l’occidente rimuove la natura di Hamas, obbliga Israele a convivere con attacchi che l’occidente stesso non avrebbe mai accettato e la obbliga a rifornire di tutto punto chi la attacca, rimuovendo, infine, l’esistenza di una frontiera con l’Egitto, perché altrimenti non reggerebbe la teoria della prigione a cielo aperto. Il prezzo di queste rimozioni è la negazione della realtà, ossia, la pazzia. E’ vero che nessuno di noi aspira a essere pazzo, ma prima di dirlo bisogna verificare quali siano le alternative. Per poter convivere e, talvolta, anche per comprensibili ragioni pratiche, alcuni ebrei partecipano alla rimozione. Non diceva Erasmo che la sapienza è un ostacolo a condurre in porto le faccende pratiche? Tant’è che se Erasmo fosse vivo, aggiornerebbe di sicuro il titolo dell’ “Elogio della Follia”; scommetto che lo chiamerebbe “Considerazioni Pratiche” e forse aggiungerebbe come sottotitolo “Specialità della Casa”. 
Emanuele Calò
 

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