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Lettere rubate
Il romanzo ritrovato di Tillie Olsen, che denudò il sogno americano
Un romanzo incompiuto ma potentissimo, in cui l'autrice dà voce alla povertà e ai sogni spezzati dell’America della grande depressione: la storia di una famiglia, di una figlia, e del prezzo della dignità. Recensione
Mentre percorreva a lunghi passi la strada sterrata, Jim Holbrook sentì un leggero scalpiccio e un esile "Papà". Si girò di scatto. Era Mazie. "Mocciosa" disse, con la rabbia di prima che covava ancora sotto la cenere. "Perché sei scappata di casa? Torna indietro o ti spello viva".
Lei gli si avvicinò, facendosi piccola. "Papà, fammi venire con te. Papà, voglio sapere cos'è... cos'è che fa piangere le persone".
Tillie Olsen, "Yonnondio", (Marietti1820, 245 pagine)
La storia della famiglia Hollbrook durante la Grande Depressione, miniere di carbone, bambini che sognano la notte qualcosa di bello perché di giorno non c'è niente di bello, una fattoria nel Nebraska, vestiti strizzati e stesi, un dollaro a bucato. Yonnondio è una parola ripresa da una poesia di Walt Whitman. Significa: lamento per una perdita, ed è l'unico romanzo di Tillie Olsen.
Figlia di ebrei russi immigrati negli Stati Uniti agli inizi del secolo scorso. Tillie Olsen (Olsen è un cognome successivo, un cognome da sposata) a diciott'anni si è iscritta al Partito comunista, a diciannove ha avuto la prima figlia e l'ha chiamata Karla in onore di Karl Marx. Il padre della bambina l'ha subito abbandonata. Questo romanzo, tradotto da Giovanna Scocchera, ha un saggio finale molto interessante di Cinzia Biagiotti che indaga la vita e l'opera di Tillie Olsen e anche la significativa genesi di un romanzo cominciato nel 1934, scritto per anni a singhiozzo e poi abbandonato. Random House le garantiva uno stipendio mensile per un capitolo al mese, ma la separazione dalla figlia non funziona, la rende infelice, e quindi il contratto è preso.
"Tra il 1936 e il 1959, oggetto delle persecuzioni del maccartismo e controllata dall'Fbi, Olsen lavora come cameriera, lavandaia, trascrittrice per una ditta di attrezzature per caseifici, avvitatrice di barattoli in una ditta di maionese, segretaria". Dopo la nascita della seconda figlia, Julie, rinuncia a terminare il romanzo. Ritroverà il manoscritto e gli appunti per caso dopo quasi trent'anni, e lo pubblicherà nel 1974 con un'avvertenza: "Lettore, lettrice, questo libro non doveva finire qui, ma sono passati quasi quarant'anni da quando per forza di cose è stato messo da parte".
Iniziato a diciannove anni, ritrovato a sessanta, ha la forza e la rabbia di una individualità in fiore che racconta una zoppicante e dolorosa ricerca di felicità, il sogno americano. Sempre a un passo dalla tragedia, sempre sul punto di sbocciare in una consapevolezza nuova.