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Lettere rubate

Il superpotere di tutte le figlie e le gioie e i dolori di una famiglia anni Novanta

Annalena Benini

Un libro per osservare le infinite diramazioni e gli inabissamenti della vita famigliare. Rebecca Kauffman è interessata ai suoi personaggi, a cosa li guida o li spaventa o li solleva. A che cosa sperano

Durante una notte innevata Corinne sognò, o immaginò, che ci fosse pace tra lei e qualsiasi altra persona avesse mai conosciuto in passato o avrebbe incontrato in futuro, comprese quelle che l’avevano dimenticata o quelle che ricordavano ogni dettaglio impietoso. Poi non lo immaginò soltanto, ma lo sentì nel profondo.
Rebecca Kauffman, “Vengo io da te
(Sur, 225 pp)

Ellen guida lo scuolabus del paese, da qualche parte nel Midwest, è altruista e intelligente e ha appena divorziato dal marito, per motivi banali. Pensa intensamente al Natale, anche se mancano ancora molti mesi, e noi che leggiamo ci pensiamo con lei, ci chiediamo che cosa sia giusto: invitare l’ex marito oppure no? Tenere insieme la famiglia, fare in modo di stare tutti insieme? Ellen non è l’unica protagonista perchè in questo romanzo si intrecciano tante vite, ogni personaggio mette l’anima a nudo. Il figlio, sua moglie che aspetta un bambino, Gary che è in pensione e costruisce pallottolieri e dice a Ellen che vuole solo esserle amico perchè non è adatto alle uscite romantiche. Ogni affresco dura un pomeriggio, o una serata, a scadenza mensile dentro la metà degli anni Novanta: nostalgie, piccole furie, momenti reazionari, stupori passeggeri. La vita quotidiana ma anche e soprattutto gli andamenti del cuore e il senso del tutto, all’interno delle infinite diramazioni e degli inabissamenti della vita famigliare. Molto ricorda Le correzioni di Jonathan Franzen, ma con uno sguardo più caldo, con la concessione di piccole autentiche felicità. 

“Ellen non sapeva se fosse per la promessa di una telefonata più tardi, per la prospettiva di un’altra cena con il suo nuovo amico o per la certezza delle cose che l’aspettavano a casa, ma sentì una tale ondata di gratitudine che abbracciò Gary per salutarlo”. Rebecca Kauffman è interessata ai suoi personaggi, a cosa li guida o li spaventa o li solleva. A che cosa sperano. Bruce sta diventando sempre più confuso, e allora scrive i suoi pensieri su un quaderno, per la bambina che verrà al mondo e forse anche per il bambino che è stato lui stesso. “Non ho vissuto una vita degna di nota. La maggioranza delle cose che ho pensato non le ho dette a voce alta”. 

E poi c’è il superpotere di tutte le figlie: la capacità di prendere e dare così tanto e così in fretta che una madre non riesce mai a provare un’emozione in modo pieno, e nemmeno in modo sicuro.  

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  • Annalena Benini
  • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.