La bellezza ai tempi di Periscope

Pierluigi Pardo
E’ il tempo di Periscope, della tv in tempo reale per tutti, e quello del governo turco che chiude i social network.

    E’ il tempo di Periscope, della tv in tempo reale per tutti, e quello del governo turco che chiude i social network. Paradosso apparente. Libertà e limiti. Nella vita e nel calcio. Dove c’è la violenza dei gesti, gli spari sul pullman del Fenerbahce, le pietre su quelle del PSG, la violenza feroce in Russia e poi ci sono anche i nostri problemi.

     

    Eppure esiste ancora la bellezza. Tevez contro Salah, di nuovo stasera in Coppa Italia, ad esempio. La Lazio che risorge e la Roma che non molla, compatta, tosta, anche se ancora in convalescenza. Per Benítez il tempo rimasto è solo quello delle coppe, per il Mancio la pazienza è finita e la sveglia puntata all’alba nel giorno di Pasqua per un allenamento punitivo e piuttosto inutile è il segno definitivo del fallimento.

     

    Il futuro potrebbe essere senza Icardi, a caccia di Dybala, con una rivoluzione difficile da realizzare e soprattutto costosa. Qualcuno a Empoli, casa Mazzarri, sorride, sollevato. Non era solo colpa sua.

     

    Jovanotti litiga con Salvini, poi gli stringe la mano e viene attaccato da Fedez. E’ un telefono senza fili. Senza fine invece è Kazu Miura che segna un gol a 48 anni. Luca Toni, con dieci esatti di meno, a momenti diventa capocannoniere. Fred Bongusto ne compie ottanta. Merito suo e delle rotonde sul mare. Della vita che si rigenera, (ormoni compresi) appena arriva aprile. E tutto si mescola. Samsung farà i microchip dei nuovi iPhone. Praticamente, il Compromesso Storico. Tutto molto tecnologico. A L’Aquila si accontenterebbero di molto meno: case e giustizia. La campana intanto rintocca, trecentonove volte.