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innamorato fisso

I carri funebri più belli d'Italia sono questi

Maurizio Milani

C'è una Bugatti unica al mondo, poi la casa ha vietato la conversione dei suoi modelli. Poi Mercedes, Volvo, Maserati... questa sì che è una classifica

SPECIALE CARRI ULTIMO SALUTO (carri funebri): il più bel mezzo di questo tipo è a Milano in dotazione all’impresa onoranze defunti Fusello. Una Bugatti adattata per il trasposto del feretro unica al mondo. Dopo questa, la Bugatti ha vietato la conversione dei suoi modelli in carri per trasporto della salma (o quel che ne resta). Mercedes, Volvo, Maserati, Nissan invece vanno avanti nel convertire modelli per tale nobile scopo.

Il più brutto carro è una Fiat 127 adattata da un carrozziere di Lissone a vergogna. E’ in dotazione alle pompe funebri comunali del capoluogo lombardo. Viene usato per chi viene trovato estinto per la strada e non ha parenti, oppure i congiunti ci sono ma non vogliono saperne niente. Lo paga, come è giusto che sia, il comune. Un funerale in economia con autista neopatentato e paramenti al minimo, come si dice a Milano: un funerale da poveretti. Il costo invece di un’esequia con Bugatti e tutto il resto viene invece circa 150 mila euro.

Un carro funebre Fiat 1100 nero ali di gabbiano del 1957 è tutt’ora in dotazione a un’agenzia funebre di Urbino. Lo si vede sfrecciare per le strade italiane nelle varie consegne in giro. Per quanto riguarda il carro funebre Alfa Romeo, non esiste. O meglio, ufficialmente la prestigiosa casa di Arese non ha mai dato la licenza di conversione di nessun modello della propria gamma. Esiste però a Sondrio un carro per funerali ricavato da una Giulietta (1971) molto richiesto anche per via del prezzo contenuto. Il caro estinto viene messo in una posizione che non è neanche bella da dire. Dispiace lavorare una vita per poi essere trattato così.

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  • Maurizio Milani
  • Nato a Milano il 20 maggio 1961. Vero nome: Carlo Barcellesi. Diplomato terza media presso Camera del Lavoro di Milano nel 1985, corso serale a numero chiuso. Dopo il militare lavora come sguattero in un hotel. Nel 1987 arriva ultimo a “Riso in Italy”, concorso importante a Roma per giovani. Fa ricorso e vince. Ha uno sfratto ma non riconosce la sentenza. Collabora con il Foglio dal 1986 grazie al direttore Giuliano Ferrara. E' fidanzato con Monica.