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la satira del foglio

A Chigi è già tutta una congiura

Maurizio Milani

Salvini contro Meloni, Renzi contro Salvini, il Cav., Meloni contro se stessa… E pure Borrell che chiama Scholz. Sai mai che si dovesse arrivare davvero al governo. Ecco le pazze intercettazioni del nostro infiltrato speciale

Siamo in grado di raccontarvi una vicenda di ieri! Salvini era in visita al mercato rionale di viale Abruzzi. Un ambulante arabo fa: “Scusi segretario? Posso dirvi una cosa in privato?”. Salvini: “Volentieri, andiamo dietro quel furgone Ducato diesel del 1979”.

Ambulante: “Onorevole, perché non ordite una congiura di palazzo ai danni di Giorgia Meloni?”. Salvini: “Buona idea! Grazie! Telefono a Berlusconi… o vuole chiamarlo lei?”. Arabo: “No! No! Chiami lei”. 


Salvini telefona al Cavaliere. “Silvio, ciao!”. “Matteo, ti stavo cercando tramite batteria di via Bellerio…”. Salvini: “Sì! Voglio sapere tutto”. Berlusca: “No, prima tu!”. Salvini: “Direi di fare così: come ci siamo già detti, Fratelli d’Italia è diventato un partito troppo forte, sbilancia tutta l’alleanza”. Silvio: “Allora? Cosa facciamo?”. Salvini: “Direi una congiura di palazzo…”. Silvio: “Completa?”. Salvini: “Sì! Completa!”. Silvio: “Bene. Allora, ci presentiamo compatti alle consultazioni al Quirinale, totale appoggio al governo Meloni…”. 


Lo interrompe Salvini: “Poi quando si tratta di votare la fiducia alle Camere ci asteniamo: in pratica, come è già stato nella prima Repubblica, il governo dura un giorno. Anzi nemmeno quello”. Berlusconi: “In pratica un tradimento”. Salvini: “Sì! Tradire l’alleato è una bella biodiversità. Tutta nostra. Dalla triplice intesa, al 25 luglio, a Cassio e Bruto, a Castore e Polluce”. Berlusconi: “A Fini e Casini”. 
Salvini: “Telefona a Renzi per vedere se ci sta a ribaltare il governo Meloni e mettere insieme Azione + Italia Viva + Pd + Forza Italia + la Lega che fa capo a Giorgetti”. Berlusconi: “Lo chiamo subito, sarà contento. Ciao!”. 


Infatti: “Matteo? Ciao!”. Renzi: “Presidente? La risposta è sìììì!!!!”. Berlusconi: “Mi fa piacere Matteo! Ma non ti ho ancora spiegato l’intrigo”. Renzi: “So già tutto della congiura e dei congiurati”. Berlusca: “Come fai…”. Renzi: “Mi ha detto quel dettaglio Fratoianni”. Berlusca: “Chi, quel comunista?”. Renzi: “Fa finta, ma è un uomo di Draghi già dai tempi della Bce”. Berlusconi: “Sono contento! Telefona a Salvini, perché se gli dico di questo nostro colloquio non ci crede”. 


Renzi: “Chiamo adesso, ciao. Pronto? Matteo? Ciao!”. Salvini: “Qual buon vento, ciao!”. Renzi: “Allora, siamo intesi per fare il trappolone a Giorgia?”. Salvini: “Sì, l’ho inventato io”. Renzi: “Sì! Ma su suggerimento di un barbiere arabo…”. Salvini: “Matteo, vedo che hai mantenuto ottimi rapporti con i servizi segreti… comunque era un ambulante arabo…”. “E’ uguale, l’importante è impedire alla Meloni di andare a Palazzo Chigi… c’è il rischio facendo bene che rimanga fino al 2032”. Salvini: “Non dirlo!! Piuttosto dimmi cosa succede poi…”. 


Renzi: “Mattarella dopo la sfiducia delle Camere a Giorgia rifà le consultazioni, siccome non c’è maggioranza scioglie di nuovo il Parlamento!”. Salvini: “Altre elezioni?”. Renzi: “Per forza! Vedrai che i risultati cambiano: a) affluenza al 35 per cento; b) Spread a 1.500 punti”. Salvini: “Non esageriamo, voglio telefonare a Conte per sentire il suo parere su questa congiura e nel caso se ci sta anche lui”. Renzi: “Sì! Ciao, a domani, oggi parto per Rotterdam”. Salvini: “Bella Rotterdam!”. Renzi: “E’ la più bella città d’Europa”. Salvini: “Più di Firenze?”. Renzi: “In merito al mercato dei tulipani sì, per il resto no”. 


Pronto, presidente Conte?”. “Sì!”. “Sono Salvini, mi permetto di disturbarla…”. “Ma si figuri! Anzi volevo chiederle, in merito alla congiura di palazzo…”. Salvini: “L’ascolto presidente!”. Conte: “Direi di farla! Ci sto anch’io, telefono a Grillo per vedere se mi dà il permesso, ma penso di sì”. Salvini: “Sì! Penso anch’io, non c’è problema”. Conte: “Piuttosto, per essere una congiura come si deve, ci dovrebbe essere un traditore vicino alla Meloni. Lo trovate voi?”. Salvini: “Sì! Ma non posso dire il nome”. Conte: “E’ La Russa?”. Salvini: “Sì! Ma penso farà il doppio gioco e fa finta di stare con i congiurati ma poi dice tutto a Giorgia”. Conte: “E allora?”. Salvini: “Aspettiamo gli eventi. Non è da escludere che la Meloni convochi la stampa internazionale per svelare la congiura ai suoi danni”. 


Conte: “E allora cosa facciamo?”. Salvini: “Andiamo avanti con la congiura”. Conte: “Mi sembra giusto, anche perché in parallelo c’è una congiura contro Letta per farlo rimanere segretario, anche se lui vuole andarsene”. Salvini: “Oh, bella, e chi sono i cospiratori?”. Conte: “D’Alema e altri che non ti posso dire”. Salvini: “Beppe Sala, Franceschini e De Luca?”. Conte: “Sì loro!”.


Salvini a questo punto telefona a Tremonti. “Pronto Giulio?”. “Sì!”. Salvini: “Ti chiamo in quanto sono in ballo diverse congiure di palazzo. Tu ci stai? E se sì, su quale?”. Tremonti: “Sono già d’accordo con Giorgia per la congiura che sta tramando contro se stessa…”. Salvini: “Spiegati meglio!”. Tremonti: “Sai Matteo, in questo periodo nessuno vuole governare il nostro paese, è impossibile rimettere in ordine i conti dello stato senza enormi sacrifici sociali”. Salvini: “Allora anche Giorgia non se la sente…”. Tremonti: “Sì! Le ho consigliato di fare di tutto per sfiduciare sé stessa, senza darlo a vedere ma dando le responsabilità ad altri”. Salvini: “A questo punto telefono a Silvio…”. Tremonti: “No, adesso è in gita a Ravenna, chiamalo tra 15 minuti circa. Ciao”. 


“Silvio, sono Matteo della Lega”. Berlusconi: “Conosco la voce”. Salvini: “Potrebbe essere Renzi che fa la mia voce, di questi tempi conviene prendere tutte le precauzioni”. Berlusca: “Giusto! Ma a questo punto mi viene il dubbio, chi mi dice che non sei Calenda che fa la tua voce?”. Salvini: “Per la prima volta usiamo le parole segrete che mai abbiamo usato per riconoscerci”. Silvio: “Sì, usiamole!”. Salvini: “Fiume Adda e ponte sullo Stretto”. 


Silvio: “Bene! Adesso ho la certezza che sei il Matteo di Milano, ma tu sei sicuro che io non sia Calenda che fa la mia voce o quella di Tajani?”. Salvini: “Parola segreta che sappiamo solo noi”. Berlusconi: “Claudia Schiffer my love!”. Salvini: “Bene! Adesso siamo sicuri di essere noi stessi… però non mi ricordo cosa dovevo dirti”. Berlusconi: “Non c’è problema! Chiamami al tramonto”. 


Infatti, al tramonto. “Silvio, ecco! Volevo dirti che Tremonti non solo sa tutto ma mi ha messo al corrente di un’altra congiura…”. Berlusconi: “Completa?”. Salvini: “Molto più completa della nostra. In pratica Giorgia vuole abdicare al trono ancora prima di essere insignita…”. Berlusconi: “Allora cambiamo piano, appoggiamo un governo da me presieduto con dentro tutti tranne Giorgia”. Salvini: “Dici che ci stanno?”. Berlusconi: “Il Pd e i 5 Stelle non hanno scelta, meglio un ex dc di Giorgia. Per sicurezza telefona a Borrell”.


“Pronto Borrell?”. “Sì!”. “Sono Salvini dall’Italia”. “Dimmi, amico mio!”. Salvini: “La Commissione a Strasburgo non ha nulla in contrario se mettiamo Berlusconi a capo del governo?”. Borrell: “Ma è la più bella notizia che ho ricevuto in vita mia! Certo, siamo tutti felici qui al Nord”. Telefona subito al cancelliere. “Olaf! Una splendida notizia: gli italiani hanno tradito ancora, questa volta tra loro…”. Scholz: “Spiegati meglio”. Borrell: “Gli alleati storici di Giorgia ribaltano il volere degli elettori”. Scholz: “E chi mettono a levare le castagne dal calderone?”. Borrell: “Mettono Berlusconi”. Scholz: “Meno male. Speriamo lui non tradisca la Nato e la Ue”. Borrell: “No! E’ affidabile al cento per cento, mai visto un politico più coerente”.


Intanto nel centrodestra vengono scelti i presidenti dei due rami del Parlamento. Alla Camera lasciano questo prestigioso incarico ai Cinque stelle, che declinano l’invito. Per cui viene eletta Gelmini Maria Stella. Al Senato viene messo un neo eletto di Fratelli d’Italia (vedere il sul Foglio, non ricordo adesso il nome, mi sembra Radaelli Ottavio). 


Il Quirinale viene informato di tutte queste furbatine e chiama il segretario di Azione. “Carlo!”. “Presidente! Sono agli ordini”. Mattarella: “Preparati per un incarico esplorativo, devi mettere su un governo con tutti, anche con la Meloni”. Calenda: “Ma come?”. Mattarella: “Sì! Deve essere un governo Draghi allargato a Fratelli d’Italia. I ministri concordali con i tuoi colleghi segretari. L’importante è che alla Farnesina ci sia Maria Elena Boschi: a) sa bene l’inglese; b) la sua intelligenza e bellissima presenza convincerà gli investitori esteri ad acquistare altro debito pubblico… Intanto comincio a ordinare al poligrafico di stampare Bot e Cct scadenza 2095 al 15 per cento di tasso medio. Chi li sottoscrive e non aspetta la scadenza…”. 


Calenda: “Cioè se vuole negoziarli prima…”. Mattarella: “Perde il capitale!”. Calenda: “Ma nemmeno se un risparmiatore per un’urgenza vuole vederli prima del 2095, diamo almeno un 75 per cento del capitale”. Mattarella: “Giusto, ma 75 per cento è troppo, più si avvicina la scadenza e più rimborsiamo. Ma direi in linea di massima di non restituire il capitale. Prima o poi parte del debito pubblico dobbiamo onorarlo. E chi se non noi italiani”. 


Calenda: “Presidente mi ha convinto, è il caso di confiscare tutto alle cento famiglie più facoltose d’Italia, sempre per ripianare il debito statale?”. Mattarella: “Aspettiamo! Intanto confischiamo Sky Italia e La7, che diventano della Cassa depositi e prestiti”. Calenda: “Sarà il mio primo decreto…”. Mattarella: “Già che ci sei, confisca anche Beghelli più tutti i titoli del Mib”. Calenda: “A chi li assegno?”. Mattarella: “Alla Roma Calcio! Ciao!”. Calenda: “In pratica alla Borsa di Milano rimane solo un titolo azionario?”. Mattarella: “Sì, la Roma Calcio”. Prosegue il presidente: “Mi raccomando, non fare insider trading”. Calenda: “No! Certo! Ci mancherebbe, non sarebbe commercio etico e solidale”. 


E giù a ridere da chi intercetta, che a sua volta fa il doppio gioco e non trascrive tutto dai nastri.

  • Maurizio Milani
  • Nato a Milano il 20 maggio 1961. Vero nome: Carlo Barcellesi. Diplomato terza media presso Camera del Lavoro di Milano nel 1985, corso serale a numero chiuso. Dopo il militare lavora come sguattero in un hotel. Nel 1987 arriva ultimo a “Riso in Italy”, concorso importante a Roma per giovani. Fa ricorso e vince. Ha uno sfratto ma non riconosce la sentenza. Collabora con il Foglio dal 1986 grazie al direttore Giuliano Ferrara. E' fidanzato con Monica.